Ansianair: cronaca di un viaggio low-cost
par lasorellastupida
sabato 25 luglio 2009
Prezzi alti, shopping ad alta quota, regole su regole: ecco come i voli Ryanair si sono trasformati in confusione low cost.
Venti, quindici, dieci kilogrammi; cinque centimetri per dieci, check in on-line, check in no way, priority, empackaging, gate no gate, multa, tassa, airport shuttle. No acqua, no creme, no party. La tribù dei viaggiatori low cost non capisce più niente: ma quante regole ci sono in queste linee aeree?
Inizialmente il trasporto aereo a pochi spiccioli ha fatto il boom: pratico, economico, veloce, alla portata di tutti. Un’innovazione. Certo sì, gli orari dei voli erano un po’ assurdi.
Levatacce alle quattro di mattina per prendere la navetta e raggiungere l’aeroporto più nascosto mai visto prima. Avete presente quello spiazzo vuoto dove c’è il capannone degli attrezzi del contadino Gianni? Da lì prendete la seconda via a sinistra, poi la terza a destra, alla rotonda andate dritti ed ecco a voi l’aerostazione nuova, lucida e sgargiante (è la foschia della provincia che non vi mostra il suo luccichio, ma altrimenti vi assicuro che sarebbe bellissima!).
Ma visto che avete pagato solo zero virgola cinque centesimi di euro per il favoloso viaggio a Londra (pardon, Stanstead) ve ne infischiate, in fondo mica si può pretendere troppo a queste cifre. Ma poi si entra nella giungla della sala delle partenze, dove vige una sola regola: sapere tutte le regole. E qui sta l’inghippo.
All’origine dell’onda del viaggio a basso costo, la prassi era semplice: bagaglio a mano gratis, bagaglio in stiva a pagamento, check in on-line eventuale, controllo peso e contenuto bagagli: niente oggetti appuntini tipo forbici, pinzette, coltellini, niente materiale esplosivo o infiammabile, peso contenuto nei dieci kilogrammi per il bagaglio a mano e venti o quindici per quello da stiva.
Sì insomma, un bel po’ di cose da ricordare ma niente di impossibile. Ora no. Ora è diverso. Ora le poche regole si sono trasformate in un’enciclopedia a dieci tomi tra definizioni, traduzioni dall’inglese all’italiano, sigle, acronomini, indicazioni, leggi, multe possibili e via discorrendo.
Pena per chi non conosce la bibbia low cost a menadito? Multe salatissime. Il mese scorso ho deciso di comprare un biglietto Ryanair Barcellona/Girona- Bergamo/Orio al Serio. Mi è costato venti euro: cinque euro andata, cinque ritorno, dieci euro per aver pagato con carta di credito Visa su internet. Ed ecco fare capolino la prima tacita regola: se paghi con Visa, dieci euro di "pedaggio". Il viaggio super offerta a dieci euro aveva magicamente raddoppiato il suo valore. Grazie Visa, grazie Signor Ryan.
Ma non mi sono scoraggiata. E’ comunque economico, mi sono detta, e ho avviato la transazione. Preparo il bagaglio, un semplice trolley dal peso piuma di cinque kilogrammi, poco riempito perché avevo promesso all’amica che andavo a trovare, che le avrei riservato metà valigia per permetterle di traslocare dalla Spagna all’Italia con meno problemi. E così è stato.
Un settimana dopo mi ritrovo all’aeroporto di Girona per tornare a casa, con la mia nuova abbronzatura, la soddisfazione di aver visitato il museo di Dalì e tanta voglia di sedermi in aereo dopo il tragitto di scarrozzamento del trolley per le metro di Barcellona.
Mostro la carta d’identità e il foglietto/biglietto stampato preventivamente da internet al poliziotto di guardia, passo il metal detector, la mia valigia frulla sul nastro scorrevole e le fanno una tac: tutto regolare, posso passare. Che fortuna, mi dico, qui ancora meno contrattempi che all’andata, dove avevo trovato un po’ di coda. Ma... sorpresa!
La regola era in agguato per sfruttare il mio fiducioso ottimismo di cliente affezionato e convinto della sua esperienza. Al momento dell’imbarco, ovvero esattamente di fronte alla porta a vetri che separa l’ignaro passeggero dal lungo corridoio che precede la scampagnata in pista di atterraggio che collega all’aereo (già suona complicato, ma lo è realmente) un donnone mi blocca "El bolso allì, porfavor!". "Como?" replico, io. Mi bolso? Che bolso, penso. Mi hanno già fatto controllare, sono in regola, pulita, no problem. Invece no. Esattamente dieci minuti prima dell’orario di partenza previsto mi ritrovo a cercare di infilare il mio già palesemente troppo largo trolley in un asta azzurra al cui margine si trova una sorta di cesto/quadrato/buco in cui la gente cerca a calci e pugni di far entrare il proprio bagaglio.
La mia valigia, studiatamente composta e pesata, nei suoi 12 regolari kilogrammi non entrava nella macchinetta infernale. Il problema? Le ruote troppo larghe! Stop. Bloccata. Non posso passare. Perderò il volo, penso, mi allarmo, mi agito, mi innervosisco. Cosa faccio ora? Devo prendere il volo dopo? Già vedevo l’aereo decollare senza di me e senza il mio super organizzato bagaglio. Ma che razza di passeggero abituale del cavolo sono! Una soluzione c’è: pagare trenta euro, cash, sull’unghia, all’omino sudato e in attesa isterica al mio fianco. Fortuna che avevo soldi dietro. Pago, a malincuore.
Il mio viaggio era già costato molto più del previsto. L’offerta già mi sembrava un po’ una truffa. Se all’andata era passato inosservato, perché mai ora il mio trolley non meritava il suo posticino in aereo? Forse con il caldo della Spagna gli si erano gonfiate le ruote? Chissà. Misteri.
Mi arrendo, salgo nervosa, mi sento fregata. Pace amen. Se si vuole risparmiare tanto può succedere di tutto, e uno parte preparato! Ma ho risparmiato davvero? Faccio i conti. No, non credo proprio. Passata la fase del cliente insoddisfatto mi sono messa a leggere il mio libro che tenevo in mano da ore, visto che non avendo la possibilità di portarmi appresso uno zainetto poichè avevo già il trolley (poi finito in stiva, ahimè, vi ho lasciato dentro l’acqua!) mi ritrovavo con un micro marsupio a prova di spazio e il libro "porta ascella" ormai sgualcito dal peso del mio braccio nervoso. Illusa io! Credevo di poter leggere beatamente e invece improvvisamente, subito dopo il decollo, mi ritrovo catapultata in una sorta di centro commerciale bassa qualità sulle nuvole: biglietti del bus della tale compagnia convenzionata, panini a soldi impossibili, caffè plasticoso a quattro euro o qualcosa di più, acqua a due euro e sessanta (e pensare che la mia bottiglietta comprata in aeroporto, costatami una fortuna, viaggia comoda in stiva dormendo sul mio pigiama!).
Arriva l’ora del "gratta e vinci" che lo stewart ci invita a comprare. Sapete com’è nel volo di andata avevano vinto due passeggeri, era un aereo fortunato quello! Dovevamo approfittarne: non ha convinto nessuno. Ma la tecnica ottimale. Che gli hanno fatto alle dolci hostess di una volta? Eleganti, silenziose e servizievoli? Ora girano con un bicchierino di plastica con le monetine, dépliant, giornali molto poco interessanti sulla storia del signor Ryanair e carte telefoniche (per chiamare i miei e dirgli che nel giro di quindici minuti sarò a ritirare il bagaglio?).
Stanche ci mostrano le uscite di sicurezza. Povere care è la ventesima volta nell’arco di un solo giorno che slacciano e riallacciano quella sgualcita cinturina arancione! Capisco la mancanza di entusiasmo. Ma poi... il colpo di grazia: mi viene voglia di fumare!
Non sono un accanita fumatrice, non di quelle, perlomeno, che tamburellano sul bracciolo tutto il viaggio, ma noto che la mia mano inizia a fremere. Perché mai? Semplice, stanno tentando di vendermi le sigarette SmokeLess "salutari, sicure e le puoi fumare ovunque, nonostante i divieti". Insomma un piacere molto poco low cost, sei euro, per placare l’ansia taxfree provocatami da questa gincana burocratica e di merchandising che ho ottenuto in omaggio insieme al mio biglietto in super offerta.
Cosa aspetti? Prenota subito! Magari sarai tra i primi fortunati viaggiatori in piedi, la prossima probabile trovata del mondo del basso costo. La prossima volta che mi sposto vado in Puglia, con il mio furgoncino scassato a metano. A ferragosto. Almeno se mi agiterò saprò il perché e potrò fumare realmente, tasse incluse!