Annozero e il de profundis sull’informazione italiana

par Elia Banelli
giovedì 16 aprile 2009

La sospensione temporanea di Vauro è il culmine dell’ennesimo scempio perpetrato ai danni dell’informazione italiana.

Se da un lato si può comprendere l’opinione del direttore generale della Rai sulla vignetta "gravemente lesiva dei sentimenti di pietà dei defunti", in nessun caso è giustificabile la sospensione punitiva del vignettista, un atto grave che minaccia la libertà di espressione e di satira.

In un paese libero un servizio pubblico deve garantire la pluralità dell’informazione, anche quella più critica e schierata.

Nel caso di Anno Zero la presenza diversificata di ospiti in studio garantisce sempre un dibattito aperto e un confronto continuo.

Certo, il conduttore ed i servizi lanciati dallo studio possono fungere da ago della bilancia, per indirizzare la trasmissione verso una precisa linea editoriale, ma non c’è niente di male.

Lo fa Vespa, lo fa Emilio Fede, lo fa Giovanni Floris.
Se in tv si possono vedere i programmi di Maurizio Belpietro e Gianluigi Paragone, che non sono il massimo dell’obiettività, ci deve essere il diritto di sentire altre voci, come Santoro o Milena Gabanelli.

E’ il pubblico che decide in ultima battuta, ed i dati di ascolto continuano a premiare la troupe di Anno Zero, tanto che il direttore di Raidue Marano (Lega Nord) ha annunciato che la trasmissione ripartirà anche l’anno prossimo, con 14 puntate dal 17 settembre.

E’ ridicolo parlare di trasmissione "indecente" senza elencarne i reali motivi, vignette a parte. Nessuno dei critici della puntata di Santoro è stato in grado di esporre una riflessione dettagliata su ciò che è emerso dal dibattito e dai servizi, segnalando in modo specifico "gli errori".



Si resta sempre sul vago, sul generico, sulla polemica creata ad arte.
Persino Aldo Grasso si è spinto ad accusare Santoro di "abuso di libertà".
Una riflessione dal vago sapore sovietico
.

Chi e come deve stabilire quando la libertà ha un limite e deve essere arginata?
Emma Bonino ha indirettamente risposto ribadendo che il solo limite alla libertà di espressione deve essere la menzogna, che può essere punita e fermata da interventi di attori esterni, come la magistratura.

Ebbene se Santoro o Travaglio o chi per loro, hanno distorto i fatti o raccontato falsità è giusto che qualcuno intervenga per porre "un limite".

Ma nessuno finora è stato in grado di trovare anomalie o inesattezze, e comunque gli ospiti in studio hanno avuto la possibilità di controbattere le tesi esposte.
E’ questa la vera democrazia.

Stupisce come molti sedicenti liberali tra giornalisti, intellettuali, politici, alzino la voce per invocare interventi e censure di qualsiasi tipo.

E’ la solita storia all’ italiana, ma i cittadini e coloro a cui sta veramente a cuore la libertà di informazione, soprattutto nel servizio pubblico, devono continuare ad opporre una ferma resistenza.


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