“Annozero”, ditta individuale del signor Santoro?

par roccob
mercoledì 7 ottobre 2009

E’ pazzesco, nemmeno in occasione di vicende epocali, di avvenimenti di primissimo piano, di laceranti crisi politiche e/o governative, di acute recessioni economiche, verrebbe finanche da dire di terremoti, si sono scatenati cavalloni di commenti, polemiche, discussioni, critiche e oltre, alti e fragorosi quanto quelli che vanno accompagnando, quotidianamente e ad ogni ora, la faccenda Berlusconi – D’Addario.

Sarà che l’implicazione sfugge alla pochezza cognitiva dello scrivente, e però la “faccenda” riveste, certamente, una gravità tale da sovrastare l’aumento della disoccupazione, la caduta del prodotto interno lordo, i problemi delle imprese e delle famiglie.

La straordinaria e sin qui inaudita orchestra mediatica la si incontra sulla generalità della carta stampata e, soprattutto, in seno ai palinsesti TV.

Personalmente, senza tema di essere additato alla stregua di padre confessore indulgente, sono allibito per l’accanimento, la spietatezza, la tignosità che, nella circostanza, si adoperano molto spesso sul piccolo schermo.

Ad esempio, sorge il dubbio che la Rai e “Annozero” costituiscano una ditta individuale del signor Santoro: come mai al personaggio è consentito di fare i suoi comodi?

Se, per indole e natura, egli è portato a sparare continuamente contro un determinato schieramento e mirando ad un preciso personaggio politico, bene, non gli resta che candidarsi, farsi eleggere, dopo di che, nella veste di rappresentante del popolo, lanciare liberamente e legittimamente i suoi strali.

Al contrario, nelle tribune politiche o trasmissioni similari, il conduttore e i suoi collaboratori e inviati, non possono, a mio avviso, non essere rigorosamente neutrali. Ciò, ovviamente, non vuol dire che ai medesimi sia impedito di avere i loro orientamenti ed idee nel privato, nella vita civile, nel relazionarsi con il prossimo.

Così, per avere un’idea, nell’ultima puntata di ”Annozero”, cosa è costata alla Rai l’intervista alla signora D’Addario, compreso l’utilizzo della location dove si è svolta? E quale è stato il compenso pagato al giornalista americano Carl Bernstein?
 
Osservo, infine, che Santoro, invece di ergersi a tribuno moralizzatore, dovrebbe avere a mente e imitare le figure dei suoi predecessori in Rai che portavano il nome di Vecchiato, De Luca, Citterich e Jacobelli. 

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