Annozero, caduta di stile del Carroccio e del programma, verso gli italiani

par Luca Di Teodoro
venerdì 16 ottobre 2009

Giovedì 15. Ore 21. Il programma ospita il candidato alla segreteria del Pd Pierluigi Bersani, il viceministro Infrastrutture e Trasporti Roberto Castelli, l’editorialista de “La Repubblica” Curzio Maltese, Marco Travaglio, il direttore di “Libero” Maurizio Belpietro e il condirettore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti. E alla fine il giallo della telefonata di Berlusconi, dalla Bulgaria, annunciata e mai arrivata.

Il programma apre con un estratto del Premier, dalla “Festa della libertà” di Benevento.

Le solite barzellette di cattivo gusto su se stesso per autocelebrarsi.

Le solite riprese che non inquadrano la folla. Allo scatto degli applausi, paradossalmente speriamo che siano gli stessi finti applausi che si sentono nelle serie televisive stile “I Robinson”.

Ricorda gli “impegni politici” dei giudici, ricorda la forza del partito e ribadisce che il 68% degli italiani è con lui.

Di nuovo si parla di Silvio Berlusconi. Di nuovo nessuno parla dei reali e concreti problemi del paese. Che Berlusconi sia il cancro della democrazia italiana, nessuno sta qui a discuterlo ma allo stesso tempo che tutti gli italiani, in tempi difficili quali quelli odierni, hanno altro a cui pensare, ugualmente nessuno lo mette in dubbio. Quindi ci troviamo davanti ad un bivio dove possiamo o prendere la strada del antiberlusconismo per definizione oppure dell’alternativa di governo.

Il carroccio cade nel salotto di Santoro, con battute offensive verso il “Presidente degli italiani”, gli italiani e l’Italia.

Roberto Castelli è teso e nervoso, ma lo nasconde con il suo solito sorriso ebete che mostra quasi a “sfottò” verso noi telespettatori.

Comincia con quel che sembra una battuta dicendo che “Finchè la Lega in Italia è così forte, la democrazia non è in pericolo”; frase che credo esprima il massimo dissenso ideologico tra Lega e democrazia.

Infatti la gente ride in studio e risentito, il leghista voltandosi chiede agli stessi: “Voi che ridete tanto, ditemi una manifestazione della Lega non violenta!”.

Se la Lega è democratica, a questo punto ricordiamo a Castelli le “Ronde padane”, alto simbolo ed esempio di “pace” e “non violenza”.

Bersani a tratti mantiene la calma e riferisce che: “L’Italia in dieci anni di governo Berlusconi, non ha avuto un grande sviluppo” e chiede a Castelli di riferigli i grandi passi fatti dal governo; il viceministro risponde affermando che “Noi della Lega, abbiamo evitato la catastrofe del “Governo-Prodi”, e già solamente questo, può farci santi di fronte agli italiani”.

Addirittura santi.

Il pubblico continua a ridere e il rappresentante del carroccio esagera: “Ma che ridete, siete senza cervello!”.

Interviene Santoro per calmare le acque, tra l’infuocato Castelli ed il pubblico che si sente offeso, da qualcuno che da qualche quarto d’ora sta dicendo soltanto assurdità.

La parola viene passata al direttore del giornale di famiglia Belpietro, che rivolgendosi a Maltese, afferma che “La Repubblica”, “Influisce su tutti i quotidiani di stampa estera”.

Credo che questa volta siano stati offesi i giornalisti esteri, mettendo in dubbio l’autonomia del loro proprio libero ed indipendente lavoro.

Non possiamo credere che “El Paìs”, “Libération”, “Le Monde”, “Le Figaro”, “The Guardian”, “The New York Times”, “The Times” e “Washington Post” siano condizionati dal nostro quotidiano nazionale soltanto perché hanno scritto del caso “puttanopoli”.

Travaglio interviene con il suo solito monologo di pochi minuti, appassionando sempre chi come me da casa, arriva all’orgasmo, quando finalmente ogni tanto fruisce di informazione libera.

Il condirettore de “Il Giornale” Alessandro Sallusti, per la prima volta in trasmissione, dimostra calma e quiete mettendo in crisi Bersani quando gli chiede “Chi l’ha votato Napolitano?” riferendosi a quelle figure vicino alla sinistra, ormai oggi consapevoli del proprio errore.

Non risponde e cambia argomento. Probabilmente sente addosso la pressione di una corsa alla Segreteria del suo partito, anche se tutti gli italiani sanno benissimo che il probabile successore sarà proprio lui.

Viene "buttato" nella mischia anche il Presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro, offendendolo con frasi del tipo "Di Pietro piscia lungo!" ovviamente sempre esclamate da quel "bocca di rosa" di Castelli.

Seguono collegamenti esterni, riproduzioni di interviste con attori e tante belle parole.

Vauro conclude, non entusiasmando particolarmente.

Stasera Santoro non ha entusiasmato più di tanto. Meno carisma, poca carica ed emotività attenuata. Forse anche lui avrà capito che sarebbe l’ora di passare ai fatti dopo tante parole.

Corona una puntata noiosa e statica un "falso allarme" su un probabile intervento telefonico del Cavaliere, che sembrava soltanto in attesa di conferma, ma che poi non arriva.

Spero vivamente che si tratti di una puntata andata nel verso sbagliato e non la dimostrazione che si stanno esaurendo gli argomenti per fare una vera opposizione, ora che su Berlusconi non c’è quasi più nulla da dire. Bisogna riflettere.

Vespa prosegue la serata politica su Rai1, mostrando sempre come al suo solito, il servilismo verso questo governo.

Gli italiani continuano a convincersi che forse il buon vecchio Floris, è uno dei pochi che resta vicino ai cittadini, presentando i veri problemi a coloro che dovrebbero discuterne invece di parlare di gossip.

Ballarò conserva ancora la vera umiltà che serve al nostro paese.

Un paese sotto regime mediatico, che sembra non riuscire ad uscirne fuori neanche con coca e puttane.

La democrazia ha dato un forte messaggio, con la bocciatura del Lodo Alfano.

Ora si riaprono i processi…ma quanto dovremmo aspettare prima di veder fatta giustizia.

Credo tanto tempo.

Lo stesso tempo che porterà Silvio Berlusconi a diventare da cancro, tumore terminale per il paese.

Si aggiungerà a tutti gli inquisiti come Andreotti, Cossiga e compagnia bella.

L’unica salvezza sembra la “Santa Provvidenza”.

Ma non bisogna perdere le speranze, per tornare a respirare, come diceva Paolo Borsellino, quel “fresco profumo di LIBERTA’”.

Saluti e LIBERTA’!


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