Andreotti: "Devo ringraziarla, se vorrà in futuro sfottermi di più le sarò grato"

par Riciard
martedì 7 aprile 2009

Andreotti parla a Forattini, suo "nemico" che per anni e anni lo ha dipinto con gobba accentuatissima e orecchie a sventola, dal palco del ciclo "idee a confronto", confrontandosi sul difficile rapporto tra politica e satira:

"L’unica cosa che deve temere un politico è quella di essere dimenticato (...) Devo ringraziarla, se vorrà in futuro sfottermi di più le sarò grato. (...) Una società nella quale non abbia legittima presenza la satira, è una società destinata a morire."

Se la stessa frase la pronunciasse un comico, o un qualsiasi cittadino o esponente di sinistra, sarebbe immediatamente etichettato come "comunista" e con tale termine buttato nella latrina del dimenticatoio televisivo, con successiva pressione del bottone sciacquone, al fine che di tale personaggio non rimanga traccia alcuna nella società mediatica. Berlusconi agli esordi voleva dimostrarsi simpatico e a favore della satira, si diceva divertito di come a "Striscia la notizia" facessero finta di prenderlo in giro, ed osò ancora di più riguardo ai suoi manifesti che invadevano le città, truccati e ritruccati. "Premierò il più ironico", disse.

Nessuna premiazione è stata fatta e "Meno tasse per Totti" è andato giù per la latrina assieme al suo geniale ideatore.





E come ben sapete, è storia, ormai, è andata peggio di come si poteva prevedere. Chi ha osato sfidare il potere dal palco dei giullari è stato radiato dalle televisioni di stato con il famoso editto bulgaro. Stessa sorte anche per un giornalista mai abbastanza celebrato e commemorato come Enzo Biagi. Quelli che non sono stati cacciati, coloro ai quali non è stata chiusa la trasmissione ripetutamente, si sono beccati semplicemente richieste di risarcimenti per milioni di euro. Tutto questo ha creato una situazione irreale, ha plasmato un paese ironico, allegorico e spesso cialtrone, in un territorio in cui la satira è bandita. Ma è andata anche peggio. I giullari sono diventati i beniamini del popolo, giustamente credo, e come tali bandiere da sventolare. I più intelligenti hanni inziato a presenziare a conferenze, scrivere libri, diffondere idee e fare spettacoli teatrali, come in origine. Hanno inziato un cammino da giullari-propositivi che mai si era visto nella storia, e che rende ancora più tristi.

L’Italia è un popolo diviso a metà: da una parte ci si affida ai proclami di un dittatore mediatico e al suo presunto charme, dall’altra ci si affida ai giullari, come se potessero fare altro che irridere il potere. Confusione. Credo che ci sia alla base un’idea sbagliata, ovvero quella di sperare di essere salvati. Ed è un’idea talmente forte che ci si affida alle braccia dei comici, sperando che siano loro a traghettare queste povere anime senza più identità da una riva all’altra dell’Acheronte. Può darsi che mi sbagli. Tuttavia non ho mai sentito dire che Cecco Angiolieri ambisse al potere, e non per questo non mancava di sovvertire le regole e prendere a schiaffi metaforici il potere. Non ho mai sentito parlare di un Remo Cerini sindaco, assessore o altro. Non ho mai sentito dire in giro, nemmeno per voci, che Totò volesse davvero salire su di un trono.


Leggi l'articolo completo e i commenti