Ancora sui Diritti dell’Uomo – I disabili

par Bernardo Aiello
lunedì 6 giugno 2011

Dal Rapporto Annuale 2011 di Amnesty International sulla situazione dei diritti umani nel mondo – Scheda Paese Italia: "I diritti dei rom hanno continuato a essere violati e gli sgomberi forzati hanno contribuito a spingere sempre più nella povertà e nell'emarginazione le persone colpite. Commenti dispregiativi e discriminatori formulati da politici nei confronti di rom, migranti e persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender hanno alimentato un clima di crescente intolleranza. Ci sono state nuove violente aggressioni omofobe. I richiedenti asilo non hanno potuto accedere a procedure efficaci per ottenere protezione internazionale. Sono continuate le segnalazioni di maltrattamenti a opera di agenti delle forze di polizia o di sicurezza. Non sono cessate le preoccupazioni circa l'accuratezza delle indagini sui decessi in carcere e su presunti maltrattamenti. L'Italia ha rifiutato di introdurre il reato di tortura nella legislazione nazionale".

Abbiamo dunque i rom, i migranti, gli omosessuali ed i carcerati. Ci sono tutti? Si direbbe proprio di no. Perché è bello parlare di rom e di migranti, ma è anche facile: non si pestano i piedi a nessuno. Il difficile è parlare dei cittadini-elettori che non possono scegliere i loro rappresentanti al Parlamento (di questo ha già parlato il vostro cronista nel numero del 4 maggio u.s.); il difficile è parlare dei disabili (di questo si accinge a parlare adesso); e con ogni probabilità vi sono altre categorie dimenticate di cui è proprio difficile parlare.

Nel Meridione i disabili sono una delle maggiori materie prime della principale attività industriale, quella della corruzione e del clientelismo in politica. Nella realtà meridionale riuscire a passare per disabile è fra le più diffuse aspirazioni; e le mogli orgogliose, invece di menar vanto delle doti morali o intellettuali o economiche dei propri mariti, quando possono affermano con fierezza “Mio marito è invalido!”. Ormai non fa più notizia il cieco che guida la macchina e che va a caccia; i contrassegni per parcheggiare negli stalli per disabili sono un vero e proprio status symbol; le liste dell’Ufficio di Collocamento dei disabili in cerca di lavoro sono affollate da una moltitudine oceanica, che dovrebbe fare seriamente preoccupare l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

A fronte di questo il vostro cronista registra che la sua città è assolutamente inaccessibile ai disabili e che i turisti disabili che giungono da qualche luogo civile, vagano smarriti con le loro sedie su ruote sull’asfalto in mezzo al traffico automobilistico; che il comune rilascia le sue licenze edilizie senza aver nel suo Regolamento Edilizio l’obbligo di inserire nei progetti gli elaborati grafici necessari per dimostrare l’accessibilità al costruendo edificio dalla rete pubblica stradale; che la rete pubblica stradale, quando esiste, ben difficilmente è accessibile; che il comune rilascia le sue licenze edilizie senza aver accertato se vi sono i parcheggi pubblici previsti dalla legge, con il risultato di costringere il cittadino-automobilista a parcheggiare sistematicamente sui marciapiedi, impedendone l’uso all’utenza disabile su ruote; che quasi tutti gli edifici pubblici non sono accessibili ai disabili, ivi compresi quelli di recente e recentissima realizzazione, come la linea tranviaria e lo stadio di calcio; che l’accesso dei disabili veri al mondo del lavoro è reso praticamente impossibile dall’enorme folla di soggetti iscritti nelle apposite liste del collocamento, i quali poco o nulla hanno a che fare con la disabilità; che la quasi totalità degli esercizi aperti al pubblico non lo sono per i disabili; e così via; mentre una Commissione Medica Provinciale dà i numeri, nel senso che si esprime enigmaticamente come l’oracolo di Delfi in termini di percentuali di invalidità e di articoli della legge 104 accordati.

Di Welfare, di un Procedimento per la Disabilità sempre aperto, di un medico Responsabile del Procedimento, di “presa in carico” del disabile, nemmeno a parlarne; anche perché, se lo si facesse, finirebbe l’utilizzo della disabilità come materia prima da parte dell’industria della corruzione e del clientelismo in politica.

Ebbene, di tutto ciò nessuna notizia nel sito di Amnesty International, malgrado una della Convenzioni delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Uomo sia quella sui Diritti della Persone con Disabilità. Meglio dedicarsi a rom e migranti, che non pretendono posti di lavoro e stalli di parcheggio, benefici che è sempre meglio destinare agli “amici” ed agli “amici degli amici”; perché la vera maschera del Meridione non è né Arlecchino né Pulcinella, è l’amico che ti fa il favore !


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