Ancora sui Diritti dell’Uomo – I quesiti referendari

par Bernardo Aiello
giovedì 9 giugno 2011

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Dopo aver parlato dei Diritti Umani dei cittadini-elettori che non possono scegliere i loro rappresentanti al Parlamento (di questo ha già parlato il vostro cronista nel numero del 4 maggio u.s.); dopo aver parlato dei Diritti Umani dei disabili (di questo ha già parlato il vostro cronista nel numero del 6 maggio u.s); il vostro cronista vorrebbe indirizzare l’attenzione del lettore sui quesiti referendari. Ma prima una premessa. I referendum mirano all’abrogazioni di leggi emesse dall’attuale maggioranza su tre argomenti di grande impatto sociale, e precisamente il passaggio ai privati della gestione delle acque pubbliche, l’utilizzo dell’energia atomica e l’uguaglianza dinanzi alla legge di tutti i cittadini compreso i membri del governo. Cosa potrebbe esservi di più politico? Come non considerarne l’esito una valutazione sull’operato del governo? Ebbene, incomprensibilmente tutti dicono che non è così! Concorderete che questo è, quantomeno, strano.

Ciò premesso vediamo cosa dice sui quesiti referendari la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo adottata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.

Dei due referendum sulla gestione dell’acqua ci parla l’articolo 22, in appresso riportato:

Articolo 22 - Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.

E’ di solare evidenza che bene primari essenziali come l’aria e come l’acqua non possono essere gestiti da privati che svolgono una attività di lucro e possono preoccuparsi sino ad un certo punto dei diritti economici, sociali e culturali indispensabili alla dignità ed al libero sviluppo della personalità del cittadino.

Passiamo adesso all’energia atomica. Oggi più che mai, dopo il disastro nucleare di Fukushima, di questo referendum si occupa l’articolo 3 della Dichiarazione:

Articolo 3 - Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

Chi dei lettori desidera che sia costruito un reattore atomico nel giardino di casa sua? Chi rende disponibile il giardino di casa sua per stoccarvi un poco di barre di combustibile nucleare esaurito?

Infine il legittimo impedimento, di cui si occupa l’articolo 7 della Dichiarazione:

Articolo 7 - Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad un'eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad un'eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale discriminazione

Far parte del governo non è un motivo indicato dalla Dichiarazione come valido per un diverso trattamento dinanzi alla legge. I latini la pensavano adirittura in maniera inversa e solevano dire che "non solo Cesare, ma anche la moglie di Cesare deve essere al di sopra di ogni sospetto".

In conclusione, se non è politica questo, cosa mai lo sarà ? Quanto alla valutazione politica sull’operato del governo, un dato è significativo: ci si interroga se nella consultazione si raggiungerà il quorum, non su come si esprimeranno gli elettori; perché è diffusa convinzione che vi sarà un Si con percentuale bulgara.


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