Ancora servizi segreti e massoni, ieri come oggi
par L’89
sabato 27 febbraio 2010
Servizi segreti nel caso G8, servizi segreti nel caso Fastweb, Bande delle Magliane ed eversori neri, amici e confratelli di verio stampo: passerà pure il tempo, ma il Belpaese non si smentisce mai.
Mai che la storia italiana possa smentirsi. Mistero.
Mistero sull’incapacità dell’affrancarsi da questa perenne sottotraccia in costumaglia nera e occhiali da sole. Mistero su qualsiasi ombra italiana, proiettata dalla luce d’inchieste dovute, doverose, stirate, forzate, indotte. La sottotraccia del top secret, del codice genetico proprio della giallistica italiana, tesa a mezza strada fra il poliziottesco e lo spy-movie.
Mistero e meraviglia. E così ogni nuovo sole ci regala un nome e un cognome da ascrivere al volume della storia recente, a far filotto con le temperie degli ultimi sessant’anni, ma con lo smartphone.
E dentro al catino putrescente casca tutto: l’affare appalti per il G8 e l’ultima su Telecom e Fastweb condividono l’immancabile presenza della componente spionistica, attraverso affari, uomini e sim dei servizi segreti. Ora nell’uno ora nell’altro caso. Non è stata riscontrata assenza di malaffare organizzato né mancherebbero legami risalenti per giunta alla banda della Magliana e all’eversione nera. E, ovviamente, alla politica - che mai si fa mancare qualcosa.
E via banche, magistrati, faccendieri, parentele e confratelli dai motteggi fin troppo “massonici“: la verità è che si rischia di non capirci un bel niente e di farci pure la figura dei fessi, non mancandoci l’esperienza. Non siamo nuovi a sistemoni in endovena. E siamo anche avvezzi a tenerci in camera l’insolubile. Rischia di diventare tutto un conflitto celeste ed esclusivo, posta in palio la gerarchia economica, il posto in prima fila per una terza patetica repubblica.
U’