Anche se col groppo in gola dico "sì" a Renzi

par paolo
sabato 9 maggio 2015

Agli annunci, più da effetti speciali che poi seguiti da sostanza, il nostro premier decisionista comunque sta in qualche modo cambiando un paese. Se il cambiamento è in direzione del meglio o del peggio questo sarà compito dei cittadini valutarlo. 

All'ingrosso Matteo Renzi non mi piace, anzi lo trovo piuttosto antipatico. Sono lontano da lui a pelle, sia come cultura che come concezione della società e quindi della politica, direi almeno un paio di anni luce. Sul piano dei convincimenti politico religiosi se lui è democristiano e cattolico praticante, ex boy scout fino alla soglia della maturità al contrario io sono un laico ateo ammazzapreti, cresciuto nella strada e non sotto una campana di vetro, ex comunista e poi genericamente di sinistra, purtroppo non votante.

Poi lui è stato pure arbitro di calcio, che è una categoria già di suo poco stimata, ed io al calcio ho cercato sempre di giocarci, almeno finché ho potuto. Infine ho appreso che il nostro premier ha pure schivato il servizio militare (quello civile forse ancora non esisteva), mentre io ho dovuto indossare la divisa e partire per lidi sperduti, con questo incasinando non poco il mio percorso di studi. Quindi l'unico punto d'incontro tra noi due è solo di natura puramente geografica, lui è fiorentino ed io toscano di periferia, ma altro non vedo.

Questo tanto per essere chiari.

Eppure sono costretto a prendere realisticamente atto che una alternativa, che sia qualcosa di più e di meglio di un salto nel buio dalle conseguenze non prevedibili, in questo paese non esiste. Se poi, come discrimine dovessi prendere in considerazione l'accusa che continuamente viene rifilata a questo premier, da tutte le opposizioni e da molti "opinion maker" di sinistra, di essere un decisionista incline all'autorismo ancorché una specie di dittatorello che si circonda di una falange di "bravi", ovviamente per lo più toscani e per lo più donne, allora la distanza tra noi due si accorcia un po', perché ritengo questo paese totalmente inadatto alla democrazia.

Gli italiani sono un popolo che va "comandato" perché confonde democrazia con anarchia, perché è fortemente incline a violare le leggi in nome del proprio tornaconto personale, perché ha una concezione del bene pubblico come bene di nessuno, perché più che un popolo è una accozzaglia di etnie con percorsi storici profondamente diversi e quindi con inevitabili conflitti sociali dovuti a disparità culturali e di condizione ecc....

Ergo , in linea di principio e purché non accostabile al vergognoso passato meno recente ,"un uomo forte al comando" lo reputo infinitamente meno dannoso di una marmaglia di caglioffi travestiti da politici, dediti soltanto al proprio tornaconto, che hanno tutti i vantaggi nell'immobilismo, nel fare tutto per non cambiare nulla in quel perfetto stile gattopardesco che tanto ci contraddistingue da società più civili ed evolute che hanno il senso della concretezza e dell'ordine sociale.

Se si guarda oggi ai capisaldi di questa pseudo democrazia, conquistata con il post fascismo e con il sangue dei martiri, ci troviamo davanti:

Insomma un paese "sgarrupato" nel quale trovare un punto di riferimento certo, un faro, una guida è pura utopia, dal momento che perfino i massimi organi istituzionali di controllo come le Corti di giustizia sono messe perennemente sotto accusa.

In questo contesto, dopo anni di politica piatta e asintoticamente inconcludente, arriva finalmente qualcuno che ha voglia di fare, di cambiare qualcosa, che vuole spezzare le catene che imprigionano le qualità uniche che comunque questo popolo ha saputo nel passato dimostrare. Semmai il punto è capire qual è il punto di caduta di questo riformismo molto annunciato e ancora poco praticato.

La nuova legge elettorale funzionerà? Il jobs act è solo uno spot o produrrà veri effetti sull'economia e sull'occupazione? Che welfare si prospetta per le generazioni future dopo che il duo Monti - Fornero ha prodotto quella perla che si chiama "esodati"?

E i conflitti di interesse di squallida storia recente che fine hanno fatto? I vitalizi che sono una vergogna nazionale li vogliamo veramente eliminare o tutto per finta? Adesso è in arrivo"La "buona scuola " e qui mi fermo un attimo.

Atteso che già l'aggettivo nel titolo sottintende un giudizio positivo che ricorda un po' quei regimi sudamericani che si intortavano di "democracia"; il giudizio lasciamolo in sospeso ai fatti che seguiranno. Poi sento un certo odore di curia vescovile che cova sotto le ceneri che non depone certo a favore di una scuola pubblica e laica nella quale investire. Infine non mi stupisce il malcontento, sfociato in uno sciopero nazionale di insegnanti e studenti che ha avunto grande successo dal momento che non ricordo a mia memoria, sia come studente che come ex insegnante presto fuggito su altri lidi, una riforma della scuola che abbia incontrato il consenso di qualcuno, Gelmini a parte.

Mi chiedo come sia possibile, e almeno finora non ne ho sentito parlare, una riforma che prescinde dal palese conflitto di interess : "io Stato pago poco tu insegnante illicenziabile e tu insegnante lavori poco e senza alcun controllo di qualità sul tuo operato". Perché non le otto ore giornaliere, parliamo in ambito di scuola intermedia ma anche in ambito universitario ci sarebbe molto da dire, con cartellino timbrato, quattro ore di lezione al mattino, pausa pranzo e quattro al pomeriggio di accesso allo studente per chiarimenti, correzione dei compiti, preparazione delle lezioni ecc... che oltretutto taglierebbe le gambe alle famigerate "ripetizioni", ovvero supplenze pagate in nero. Perché questo avviene in tutta Europa e non da noi?

Ecco perché, pur aspettandomi poco o nulla per ormai un inveterato pessimismo che sta virando verso il fatalismo, giudico peggiori di Matteo Renzi e la sua corte dei miracoli i cantori di sventura i contestatori con rolex, le minoranze politiche che votano sempre contro, anche su loro decisioni precedenti, i civati o i mineo che cercano il pelo nell'uovo in nome della propria coscienza, perdendo puntualmente di vista l'obiettivo del bene comune. Una malattia politica, in senso lato, grave come questa non poteva non generare un sintomo di sofferenza, un indicatore di disagio sociale fuori dai canoni del movimentismo, ovvero la febbre.

Questo sintomo o termometro è apparso e si chiama M5S. Salutato da subito, condiviso su molto, finora ha prodotto il nulla o poco più, per arrivare alla squallida telefonata tra Grillo ed un parlamentare pentastellato invitato quest'ultimo dal guru a prendere ordini su decisione del duo Grillo -Casaleggio . Dopo di che il sito www.grillo-leaks che pubblica intercettazioni audio tra il leader M5S e alcuni parlamentari pentastellati è stato chiuso.

Alla faccia della trasparenza e del "uno vale uno" ,che delusione! Sempre peggio. Una inconcludenza che puntualmente viene contestata dai pentastellati sui media nazionali sempre con il mito del loro "rigore morale" dimostrato nella restituzione di parte dell'indennità come parlamentari, dal momento che quella della restituzione dei soldi del contributo elettorale è una vera e propria balla.

Bel gesto certamente, ma basterebbe rispondere ai vari Fico, Di Battista ecc... che passare da anonimi squattrinati a parlamentari da 18 o 20 mila euro al mese, avendo beccato una ventina di voti online, diciamo quelli dei famigliari e degli amici più stretti, se non è da miracolati cos'è? Quindi la giudico una "bontà pelosa". 

Per questo, per questa situazione caotica ed incancrenita, dico vai avanti Renzi, per ora puoi farlo, ma senza esagerare per non farmi venire il voltastomaco. 

 

Foto: Palazzo Chigi/Flickr


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