Anche per Matteo Renzi le regole sono opinioni

par Mazzetta
lunedì 5 settembre 2011

Matteo Renzi è lanciatissimo e intende candidarsi alle primarie del centrosinistra per il posto di Presidente del Consiglio. Dopo aver ricevuto la benedizione di Berlusconi è diventato un beniamino del Tg1 di Minzolini, che non perde occasione per tirargli la volata, come ben si può apprezzare nel video che segue. Ma Renzi non è tutta questa novità, è solo un demociristiano 2.0 riverniciato con una spruzzata di tecniche di vendita che lo rendono più appetibile di chi non sfodera perennemente un sorriso finto come quello di Berlusconi, il sorriso del venditore di pentole. Sotto la vernice è solo un politico di carriera, che ha sfondato nel PD fiorentino avendo ragione di funzionari troppo all'antica per avere appeal in un panorama politico ormai plasmato da anni di berlusconismo.

È semplicemente la versione meno anziana del tipico democristiano da sacrestia in carriera, non per niente lo stile si avvicina a quello paracool del mitico Formigoni, impegnato recentemente nell'aggiornamento alla versione 2.1 a forza d'abbigliamenti sgargianti e finto-giovani. Che sotto la vernice alla moda ci sia l'eterno paraculismo italico e il tipico disprezzo delle regole al quale ci ha abituato Berlusconi, lo ha dimostrato poche ore dopo aver annunciato la sua candidatura. Rispondendo a un rilievo di Rosy Bindi, che gli aveva fatto notare che lo statuto del PD, il suo partito, prevede che a candidarsi a premier sia il segretario. E che quindi se volesse candidarsi dovrebbe uscire dal partito. Renzi non ha risposto che farà così e nemmeno che si batterà per cambiare una regola che gli pare ingiusta, ma facendo notare a Rosy Bindi che nemmeno lei non è in regola con quanto prevede lo statuto del partito, essendo al sesto mandato parlamentare mentre lo statuto prevede un limite di due, pur con eccezioni. Per Renzi quindi le regole sono un orpello e quando gli fanno notare che non le rispetta sfodera la più classica e pietosa delle tattiche, si mette a parlare delle infrazioni degli altri. Renzi, ha rubato la marmellata, l'hanno visto tutti, ma per difendersi non ha trovato di meglio che l'accusare altri di aver rubato la cioccolata. Così fan tutti, da quello fermato per essere passato con il rosso che indica ai vigili gli altri automobilisti che passano correndo, fino al Presidente del Consiglio che ha elevato l'evasione dalle sue responsabilità ad arte. Un altro premier così, sarebbe meglio di no. 


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