“Anch’io come ogni musulmano, mi auguro che l’Europa diventi islamica” afferma Piccardo, portavoce dell’Ucoii
par Sergio Bagnoli
mercoledì 1 settembre 2010
La visita di Gheddafi a Roma e la conversione di tre giovani donne allâIslam, ma pare fossero immigrate albanesi, ringalluzzisce i desideri musulmani di conquista del califfato europeo.
“Che l’Islam diventi la religione d’Europa è quello che ogni musulmano si augura dal più profondo del cuore a condizione che sia una scelta libera e felice, ragionata e cosciente”, con queste parole stamattina da Imperia, il responsabile della Comunicazione dell’Ucoii Hamza Piccardo, direttore tra l’altro del sito “Islam On-line”, ha commentato per il quotidiano web di Sanremo, Riviera24, la visita del leader libico Gheddafi, ingombrante amico dell’Italia, a Roma.
Polemiche a non finire, come noto, ha suscitato l’incontro tra il Colonnello libico ed il premier Silvio Berlusconi in occasione del secondo anniversario della stipula degli accordi tra l’Italia e la Libia, fortissimamente voluti dagli stessi protagonisti dell’incontro di questi giorni e benedetti dal Ministro degli Interni italiano della Lega Nord Roberto Maroni in quanto hanno obbligato la Libia a chiudere il corridoio marittimo verso Lampedusa attraverso il quale il dittatore di Tripoli ricattava l’Europa scaricandogli addosso decine e decine di carrette del mare piene zeppe di disperati immigrati clandestini provenienti dall’Africa sub-sahariana. In base a quegli accordi, stipulati a Bengasi, oltre a costruire un’avveniristica autostrada lungo la costa libica, l’Italia s’impegnò a versare sino al 2034 anni cinque miliardi di dollari in rate annue al governo libico a titolo di risarcimento per i danni patiti da quel popolo maghrebino durante l’occupazione italiana della Tripolitania, della Pirenaica e del Fezzan.
Scalpore soprattutto ha suscitato la propaganda del Corano operata dal Colonnello nei confronti di duecento ragazze immagine romane, ingaggiate da una nota agenzia di public relations della capitale italiana, molto belle come piace al Rais. Tre di esse, poi, hanno dichiarato di essersi convertite all’Islam affascinate dalla favella di Gheddafi. Pare, comunque, che fossero persone già inclini ad abbracciare il verbo di Maometto. Di sicuro una di esse è un’immigrata albanese, Rea Beko ventisettenne, in Italia da dodici anni. A suo dire il padre è un imprenditore e la madre una stilista. Proviene da Tirana, città in cui la stragrande maggioranza dei credenti, inclusa la famiglia Beko, è di fede islamica.
Sostanzialmente dunque si è trattato di un bluff propagandistico l’asserita conversione di tre donne occidentali alla religione praticata nei paesi arabi. Senza ritegno comunque la propaganda a favore dell’Islam fatta dal dittatore libico che in patria quotidianamente calpesta i diritti umani di ogni dissidente al suo regime o di ogni carcerato non libico. L’Unione europea ed il Vaticano hanno definito inaccettabile e provocatorio il comportamento tenuto da Gheddafi durante la sua visita in uno dei paesi fondatori dell’Unione. Sicuramente la due giorni del leader libico a Roma è stata quantomeno imbarazzante per la maggioranza di governo, Pdl più Lega, che da due anni regge le sorti d’Italia: un pericoloso boomerang che è andato al di la delle previsioni del premier Berlusconi. Al Parlamento europeo di Bruxelles qualcuno è già pronto a chiedercene conto mentre gli islamici di casa nostra, come l’imperiese Hamza Piccardo, sono chiaramente rinfrancati da questa visita. Come ben si ricorderà l’anno scorso, durante la definizione delle liste per il rinnovo del Consiglio Comunale di Imperia il poi eletto a Sindaco Paolo Strescino del Popolo delle Libertà propose l’inclusione nello schieramento a lui favorevole di Gabriele Piccardo, giornalista del settimanale locale La Riviera e figlio di Hamza, pure lui musulmano. La Lega Nord si oppose dicendo che giammai un islamico, anche se italiano da generazioni, emancipato e moderato, avrebbe seduto tra i banchi di un assemblea elettiva italiana. Oggi quella stessa Lega, parte esiziale della fragile maggioranza governativa, ha assecondato la visita del capo di stato libico, paladino dell’Islam, a Roma ed indirettamente si è resa complice delle sue farsesche dichiarazioni anti- europee ed anti- occidentali.