In principio fu Forza Nuova. Il movimento di estrema destra ha giusto aspettato poche ore dalla morte della cantante inglese Amy Winehouse per usare la sua immagine in una campagna antidroga. L’effetto è stato virale e in tanti ne hanno parlato. Usare una personalità famosa, a morte ancora fresca (pur senza la certezza che la morte sia avvenuta per overdose) su un tema di cui, seppur in maniera strisciante, se ne parla spesso ed ecco che l’effetto desiderato, quello dello shock, del far parlare, è assicurato: “Se ti droghi, non ti Amy” recitava lo slogan usato dal movimento di estrema destra.
Chissà che non sia stato proprio questo manifesto ad aver
ispirato, riporta The Local un medesimo gesto di uno dei più importanti partiti svizzeri, il SVP (Unione Democratica di Centro) non nuovo a campagne shock come quella sui minareti; sono stati i giovani del partito che hanno colto la palla al balzo, anch’essi per scagliarsi contro la “decriminalizzazione della droga”. L’immagine è quella della cantante probabilmente sotto effetto di alcol o droga e la scritta "Una voce senza via d'uscita. No alla decriminalizzazione della droga"
Lo slogan è in francese ed è difeso da Grégory Logean, il presidente dei giovani SVP: “La morte di Amy Winehouse mette davanti ai nostri occhi una triste realtà che altri partiti spesso dimenticano – gli effetti nocivi del consumo di droghe” e continua “Non sono i nostri metodi ad essere scioccanti – è la realtà. Stiamo mostrando una foto che tutto il mondo conosce – continua -. La Winehouse era conosciuta non solo per le sue canzoni, ma soprattutto per i suoi eccessi con la droga”. La colpa a detta sua è della sinistra che ne dimentica gli effetti nocivi.
U
n dibattito che sfiora una polemica scoppiata da poco anche nella vicina Francia, e non solo, in cui da tempo si discute della liberalizzazione della cannabis. È di due mesi fa un
rapporto pubblicato dalla Commissione mondiale sulla Politica delle droghe (
Global Commission on Drug Policy): “La lotta mondiale contro le droghe ha fallito, con conseguenze devastanti per gli individui e la società del mondo intero” dice il documento firmato da tante personalità di diverse nazioni: politici, scrittori etc. “Cinquant’anni dopo la firma della Convenzione dell’Onu sulle droghe e quarant’anni dopo che il Presidente Nixon ha decretato la guerra contro la droga, è urgente riformare le politiche nazionali e mondiali di controllo delle droghe” anche perché c’è bisogno di ridurre il potere della criminalità organizzata e proteggere la salute e la sicurezza dei cittadini”.
E l'Italia? In Italia preferiamo ancora girarci dall’altra parte non aprendo un dibattito serio,
lasciando che sia Giovanardi a pensarci - con polemiche annesse - e dando spazio alle demagogie delle destre.