Amministrative 2016 a Trieste: è giusta l’eventuale candidatura degli indipendentisti del Territorio Libero?

par Marco Barone
sabato 14 marzo 2015

 
Nel 2013 rilevavo che, non casualmente a parer mio, l'originario nucleo del movimento indipendentista di Trieste, che si batteva e batte per la costituzione del TLT, nasceva subito dopo l'elezione di Cosolini (PD) a Sindaco di Trieste, che manteneva una linea politica sul porto vecchio ben nota e che è sfociata a colpi di emendamenti governativi, nella voluta via che condurrà all'urbanizzazione di quell'area immensa. E che le questioni del Porto Vecchio e del Punto Franco saranno le assolute protagoniste della campagna elettorale del 2016 è evidente, anche perché da lì passerà il futuro che verrà di Trieste e di buona parte dell'economia del FVG. Però formulavo, nel 2013, anche un quesito, ovvero “se avessero vinto le comunali il PDL al primo turno con i loro alleati, Lista Civica Dipiazza, Lega Nord, Lista Antonione, Partito Pensionati, Destra Sociale - Fiamma Tricolore sarebbe rinata la causa indipendentista triestina con tale forza?”. 
 
E già in quel periodo lasciavo trapelare la possibilità che il movimento indipendentista avrebbe potuto intraprendere la via elettorale. Poi, come è noto, dopo diverse sconfitte giudiziarie in primo luogo, ma vittorie politiche e di comunicazione, perché dopo decenni si è tornati a parlare di TLT ed indipendentismo a Trieste, sono maturate spaccature enormi, ed una componente importante, quale l'attuale movimento Territorio Libero – Svobodno Ozemlje , nata dalla "scissione" del gruppo originario, il 7 marzo 2015, si è espressa in modo positivo per il mandato finalizzato a partecipare alle elezioni amministrative del 2016. 
Ed ovviamente il dibattito è partito e con esso si avvierà, qualora troverà conferma la candidatura alle amministrative del Territorio Libero, un duello tra la componente originaria, ovvero Trieste Libera, ed il Territorio Libero. Tale duello riguarderà il fatto che una partecipazione alle amministrative altro senso non avrebbe che una legittimazione del sistema Italia, della sovranità italiana su Trieste e tutto ciò che essa rappresenta. Certo, in parte ciò è anche vero, così come è vero che anche ricorrere alla magistratura nostrana comporta un riconoscimento del sistema Italia e della sovranità italiana. Certo, si obietterà, che il ricorrere alla magistratura italiana sarebbe legittimo perché questa eserciterebbe su Trieste, come l'Italia, una sorta di amministrazione provvisoria. Ed allora lo stesso discorso dovrebbe valere anche per la partecipazione alle amministrative. 
 
Ma, sorvolando su tale diatriba di legittimazione o meno, che certamente terrà viva la discussione in città, delle questioni devono essere considerate. La prima è la profonda crisi che vive l'Italia e l'Europa, una crisi sociale, sistemica ed economica devastante che non ha soluzione se non con un ribaltamento del sistema oggi vigente.
 
La seconda è che in FVG, la nuova riforma degli enti locali, favorisce un sistema di accentramento rilevante, a discapito della democrazia partecipata e partecipativa minando seriamente l'autonomia dei Comuni, specialmente di quelli medi e piccoli, che poi in FVG sono la maggioranza. Che vi è un problema universalmente riconosciuto di omologazione e di gestione del bene comune a dir poco assurdo, assurdità ritenuta legale e legittima dal sistema dominante capitalistico, e l'esempio degli esempi è dato, a parer mio, dallo scempio della Baia di Sistiana con la realizzazione successiva di quello che ho chiamato presepio per ricchi. Vi è voglia di difendere la propria specificità ed identità.
Vi è voglia di dare un segnale concreto diverso, di ribaltamento più che di cambiamento. 
E la democrazia, nel bene o nel male, è uno strumento, anche se per come oggi operante di difficile utilizzazione, perché le regole stringenti poste in essere favoriscono i grandi partiti e le grandi corporazioni tagliando fuori ogni processo di opposizione, con la scusante di dover evitare la frammentazione. E come è noto ciò ha innescato un meccanismo diabolico che lega la rappresentanza politica alla disponibilità finanziaria e la disponibilità finanziaria è legata agli interessi che lobby di potere hanno in certi ambiti, senza guardare il colore politico, perché, oggi, in tale capitalistico sistema, il colore politico, in via di massima, è solo apparenza, strumento, ma non il fine. Tutto quello che contrasta con ciò deve essere demonizzato e spazzato via. La nostra Costituzione, fin dai primi dibattiti in sede di Assemblea costituente, ha difeso e rivendicato il principio di autonomia dei Comuni.
Principio oggi sistematicamente violato, dai tagli delle risorse a leggi che intervengono sul funzionamento burocratico del sistema dei Comuni. Partecipare e competere ad un processo elettorale amministrativo è legittimo ed ha un senso diverso nell'ottica proprio dell'autonomia che deve caratterizzare la vita di una comunità. Che il Territorio libero possa vincere le amministrative del 2016 a Trieste è difficile, che possano nascere alleanze con il così detto centro destra, creando una convergenza sulla questione del futuro del Porto Vecchio, è più facile immaginarlo nella fase successiva alle elezioni che durante la tornata elettorale, ma che un suo risultato positivo, in tale sede, possa porre diversamente in discussione l'esistente nella vita triestina ma anche nazionale è un dato di fatto incontestabile e che non dovrà essere ignorato.
 
Così come interessante sarà capire come verranno gestite, anche a livello comunicativo e di dibattito, le questioni in ordine alla Zona B del TLT, che vede i suoi territori rientrare, oggi, tra la Slovenia e la Croazia.
Su tale punto, comunque, delle perplessità sussistono, anche perché come è noto parte di un sistema nazionalistico e destro italiano, vuole ancora le "terre contese" in ordine alle questione del Confine Orientale e qualsiasi strumento di riavvicinamento potrebbe essere reputato utile.
Certamente il TLT non verrà costituito tramite una semplice partecipazione o competizione elettorale amministrativa. E si deve rilevare che la sua concezione originaria è superata non solo dalla storia ma dalla nuova geografia politica. Però è innegabile che nulla è eterno, che tutto è in movimento. Ogni processo è caratterizzato da diverse fasi e diverse gradualità, ed il contesto sociale devastante esistente certamente potrebbe favorire una grande autonomia per Trieste, se poi questa porterà ad altro, se avrà una sorta di effetto domino, chi può dirlo? Una cosa è certa, nel 2016 è il caso di puntare il faro dell'attenzione sulle elezioni amministrative di Trieste per capire che svolta vi sarà in questa città e che tipo di rappresentanza politica e sociale maturerà. Svolta che potrebbe determinare un segno politico importante non solo per le questioni interne del FVG ma anche per il resto del Paese. 
 
Marco Barone

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