Alzare l’età del voto!

par Maria Rosa Panté
giovedì 2 dicembre 2010

Vorrei chiedere perché mai questi giovani li si faccia votare, guidare lâautomobile, lavorare (no questo non troppo), studiare (anche questo con difficoltà), addirittura talvolta sposare e metter su famiglia.

Mi chiedo perché gli si permetta di prendersi certe libertà, di arrogarsi certe prerogative.

Ma chi glieli ha dati questi permessi?

Io proprio non capisco perché li si faccia magari anche iscrivere ai partiti e persino talvolta (soprattutto se avvenenti) farli diventare consiglieri e forse qualcosa di più.

Non capisco.

Questi giovani sono giovani, capito?

I giovani, lo ripeto per tutti, sono giovani!

Uno stato esistenziale, da cui tutti passiamo incredibilmente, di cui poi scordiamo difficoltà e angosce, ma anche la dirompente potenzialità.

Scordiamo le angosce, che sono sostituite da struggente nostalgia proprio per quella dirompente vitalità che ora condanniamo e ci fa un po’ paura.

I nostri sentimenti di ex giovani sono complessi, forse li capiremo meglio quando, usciti dalla mezza età, diventeremo vecchi. Ho in mente l’immagine biblica della bella Susanna in mezzo ai vecchioni (solo che qui è un vecchione in mezzo a molte susanne).

Allora dato per acquisito che i giovani ora sono altro da noi, dato per acquisito che il passato nel bene e nel male viene trasfigurato e noi della nostra gioventù abbiamo un ricordo bello o brutto, ma eravamo sempre diversi e (sottinteso) meglio di questi qui… mi chiedo perché dire che a 18 anni sono maggiorenni, perché?

Gli studenti si sono ribellati questa settimana in modo fantasioso e pieno di intelligenza ai tagli alla scuola e alla cultura.

Con un’accortezza da grandi conoscitori dei mezzi di comunicazione hanno deciso di occupare non solo i luoghi della politica, ma soprattutto i luoghi d’arte: i loro luoghi, perché loro potrebbero diventare i nuovi architetti, pittori, ingegneri, umanisti, scienziati ecc del domani. Non dopo i 50 anni domani, domani, magari proprio martedì 30 novembre, giorno in cui dovrebbe essere approvata la riforma dell’università.

Hanno usato come scudo i libri, i libri contro i manganelli (e dall’altra parte quanti giovani come loro? Non si può non ripensare ai moniti di Pasolini sui poliziotti veri proletari... io comunque sto coi libri contro i manganelli sempre!).

Ecco tornare in piazza Machiavelli, Dante, Boccaccio…

Nonostante tutto questo per un momento mi abbia fatto sognare, torno a domandare: perché li facciamo votare questi seminfermi mentali?

Nessuno mi dica che li offendo e come oso ecc.

Io ho ragione, questi giovani sono incapaci di intendere e di volere, sono lì a protestare per lo studio, il lavoro, il futuro perché sono strumentalizzati.

Non brillano di luce propria, ma sempre riflessa. Non hanno capacità di pensiero proprio… no!

Sono strumentalizzati.

Parola di ministro, di onorevoli, di politici e così via.

E allora si faccia presto una legge, per rispetto alle convenzioni dello stato italiano ormai consolidate e li si faccia votare dai 40 anni in su giacché a 35 sono ancora troppo strumentalizzabili.

Così saranno subito acquistabili dal miglior offerente.


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