Alunna esclusa dalla gita: inclusione non è allargamento di contenuti confessionali

par UAAR - A ragion veduta
lunedì 9 maggio 2016

“Senza entrare nel merito della vicenda, che conosciamo solo attraverso i media, vogliamo rimarcare come il problema abbia dimensioni ben maggiori di quelle legate a questo caso specifico (un’uscita didattica a contenuto confessionale), perché le discriminazioni nei confronti dei non avvalentesi dell’Insegnamento di religione cattolica (Irc) sono quotidiane e diffusissime”. Adele Orioli, portavoce e responsabile iniziative legali dell’Uaar, commenta così la notizia dell’alunna di prima media dell’istituto comprensivo Fabrizio De André a Peschiera Borromeo, alle porte di Milano, esclusa dalla gita scolastica di fine anno perché non ha frequentato l’ora di religione.

“Dalla mancanza di insegnamenti alternativi al fatto che l’Irc conferisca crediti alla maturità — spiega Orioli — tutto porta nei fatti a trasformare una materia, secondo Concordato, puramente facoltativa in una di fatto obbligatoria (pagata dai contribuenti ma con insegnanti scelti dai vescovi)”.

“Per tutti questi problemi — prosegue Orioli — l’Uaar, da sempre impegnata per la laicità della scuola, ha dato vita allo sportello S.O.S. Laicità: un servizio confidenziale e gratuito messo a disposizione dei cittadini vittime o testimoni di prevaricazioni religiose o di violazioni della laicità dello Stato e, come in questo caso, della scuola”.

Ma in questo caso c’è anche un altro aspetto da considerare. “La gita in questione, una visita al Villaggio e Museo africano di Bergamo per approfondire vita e abitudini dei missionari cattolici in Kenia, a quanto ci risulta — spiega Orioli — è stata organizzata dall’insegnante di religione a conclusione di un percorso durato tutto l’anno. E l’inclusione — quella vera — non si realizza certo con l’allargamento a tutti di eventi a contenuto confessionale, per quanto appetibili possano sembrare rispetto al (discriminatorio) rimanere in classe. Piuttosto, l’episodio rappresenta l’ennesima buona occasione per chiedersi quanto sia congrua o necessaria la presenza dell’Irc all’interno della scuola di uno Stato che si definisce laico”.


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