Altro espulso dal Movimento delle Cinque Stelle

par Fabio Della Pergola
venerdì 26 aprile 2013

I deputati e senatori grillini non possono partecipare ai talk show.

Questo è stato scritto, detto e ripetuto e Federica Salsi che, essendo una giovane donna, intelligente e moderna, ha evidentemente pensato che scherzassero, non ci deve aver creduto. Ed è stata buttata fuori dal Movimento. Diffidata dall’uso del marchio che è proprietà privata del sig. Grillo Giuseppe.

Tutto chiaro quindi? Nemmeno per idea perché alcune trasmissioni che non sono tecnicamente dei talk show, sono comunque off limits per i militanti Cinquestelle. Ragion per cui se Marino Mastrangeli - che dalla sua ha una gran fregola di apparire e si vede lontano un miglio - decide di andare a trovare Barbara D’Urso ecco che poi si ritrova sotto processo da parte della Santa Inquisizione de noantri che mette la parola fine alla questione con parole emblematiche: “Il nostro Ufficio Comunicazione aveva detto di non andare in alcuni programmi, e tu te ne sei infischiato bellamente”.

L’Ufficio Comunicazione aveva detto no e lui ha evidentemente violato la consegna che deve essere tassativa (anche se l’Ufficio Comunicazione non sembra essere l’organo dei Probiviri o un qualche strumento di verifica e controllo sull’operato etico e il buoncostume degli iscritti): basta che dica no e tu devi ubbidire. Perché, in fondo, lo fa per il tuo bene. Ci sei voluto andare lo stesso? Ecco fatto: “Sei andato in quel tipo di programma per farti risultare stupidotto, per questo poi sei massacrato sul web”. Tradotto significa: siccome da solo non ci arrivi a capire che sei un fessacchiotto, fidati dell’Ufficio Competente - il cui vero nome credo che sia Ufficio di Contenimento e Controllo dei Militanti Fessacchiotti & Co. - sennò ci fai una figuraccia e il web, che non perdona si sa, se la ride alla grandissima, e così anche noi ci facciamo una figuraccia.

Taglia corto la petulante Lombardi: “Io ho centinaia (sic!) di cittadini che chiedono le tue dimissioni”. Precisina e acidula come sempre, ma ineccepibile. Ciononostante la resistenza del Mastrangelo, ex poliziotto e senatore della Repubblica è combattiva: “3 persone si sono astenute, 25 erano contrarie e solo 62 hanno votato a favore della mia espulsione. Poiché la maggioranza dei nostri parlamentari è di 82 persone, mancano 20 voti". Non avete i numeri, replica in punta di diritto.

E la diretta streaming dal tribunale della santa inquisizione si interrompe sul più bello, sul punto, cioè, in cui sarebbe stata necessaria proprio la tanta sbandierata trasparenza della Rete. Quindi Mastrangelo è stato espulso con buon diritto o illegalmente per mancanza dei numeri necessari? Boh. Un altro mistero che si andrà ad aggiungere ai mille irrisolti della nostra martoriata repubblica.

Di sicuro il prode pensionato di Frosinone rimarrà a passeggio fra le fila del Senato a rappresentare il popolo italiano tutto che, riconoscente, lo ascolterà e lo seguirà volentieri in tutte le sue ospitate, riderà alle sue battute e ne interpreterà il pensiero politico. A meno che non sia, davvero, un senatore un po' fessacchiotto. Che non sarebbe una colpa sua, casomai di chi lo ha eletto al soglio senatoriale. Lui, di suo, si sarebbe limitato a essere casomai un fessacchiotto semplice, un fessacchiotto "comune cittadino". Come tanti, insomma.

Ma ora finalmente il Movimento ha chiarito la sua posizione politica con la lapidaria frase che molti volevano sentire: “Ora possiamo cacciarlo a calci in culo”. Secca, precisa, inappuntabile (forse un po' cruda, ma con i tempi che corrono stai a sottilizzare ?).

E ora avanti un altro. Dopo aver assistito senza parole alle prodezze autodistruttive del PD, occuparsi delle sciocchezzuole grilline è una vera boccata d'ossigeno.


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