Altri 10 parlamentari M5S lasciano il movimento

par Carlo Santi
martedì 27 gennaio 2015

Dieci parlamentari, nove deputati e un senatore, si aggiungono ad altri esclusi o fuoriusciti dal Movimento 5 stelle. Si tratta dei deputati Tancredi Turco, Walter Rizzetto, Aris Prodani, Samuele Segoni, Mara Mucci, Eleonora Bechis, Marco Baldassarre, Sebastiano Barbanti, Gessica Rostellato (quella che non saluta la Bindi, ndr), e il senatore Francesco Molinari.

 
 

"Noi vogliamo cambiare l'Italia e farlo con coerenza e responsabilità".

Lo afferma la deputata Mara Mucci in una conferenza stampa alla Camera annunciando l'uscita dal Movimento 5 stelle dei dieci parlamentari.

"Il Movimento è nato per cambiare le cose e per questo oggi abbiamo rassegnato le dimissioni dal gruppo. Tra non capire e rimanere in silenzio abbiamo scelto di ribellarci ancora una volta".

Sembra una scelta di coerenza, anche abbastanza coraggiosa, ma nessuno di loro, finora, aveva mai aperto un dibattito interno esprimendo apertamente il loro dissenso. Non è una novità che nei partiti nascano al loro interno delle opinioni diverse e/o delle divergenze, a volte anche molto marcate e forti. Non per questo uscire dal partito che ti ha permesso di portarti in Parlamento è la mossa più coerente che ci sia.

Esiste il caso Alfano che, però, abbandonando il centro destra di Berlusconi ha poi fondato un altro partito. Esiste Civati, Bersani, Puppato e altri nel PD che si distinguono chiaramente essendo in totale dissenso con il segretario premier Renzi. Ed esiste Fitto in FI che ne dice di cotte e di crude contro la politica di appoggio a Renzi da parte di Berlusconi. Molti sono gli esempi di "lotte" interne per far "cambiare" la linea al partito. Non sempre ci si riesce, ma è così che si fa per coerenza e correttezza rispetto all'organizzazione che ti ha permesso di essere dove sei.

Forse per cambiare l'Italia, e farlo con coerenza e responsabilità, non serve uscire da un partito per entrare in un altro, magari proprio quello contro cui hai combattuto fino a ieri, senza però mai distinguerti e differenziarti apertamente.

Il coraggio e la coerenza la si dimostra lottando per i propri ideali, anche e soprattutto all'interno del partito con cui ti sei candidato, anche e soprattutto quando sei in palese contrasto e soffri, discuti, interagisci con altri per portare la tua idea e per acquisire nuovi consensi. Altrimenti, mollare e andare al Nazareno per discutere con il "nemico" Renzi, altro non è che una scelta di convenienza personale che nulla ha a che vedere con il "cambiamento".

Tutto ciò, anzi, non fa cambiare nulla e ci porta inesorabilmente a somigliare sempre più alla prima Repubblica dove, almeno allora, i politici erano di una caratura ben diversa dagli attuali.

E lo erano nonostante tutto.


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