Almaviva gioca coi lavoratori

par Isola dei Cassintegrati
lunedì 12 novembre 2012

Il gruppo Almaviva, che opera nel settore delle telecomunicazioni, conta 16.000 dipendenti in tutta Italia, di cui 4.900 tra servizi informatici e call center. Nella capitale gli operatori telefonici sono 2.600 divisi tra le tre sedi di via Lamaro, Scalo Prenestino e Casal Boccone. Il futuro di molti di loro oggi è un’incognita.

Il 26 settembre Almaviva Contact di Roma ha confermato infatti la cassa integrazione straordinaria per 632 dipendenti, già annunciata ad agosto. Tutti sospesi a zero ore per 12 mesi. Ufficialmente la cessazione attività sarebbe causata dall’improduttività dei lavoratori e dal forte assenteismo, ma le vere ragioni sembrano essere altre.

“L’azienda di fatto non ha cessato nessuna attività – spiega Marina, una delle lavoratrici – ma le commesse gestite dai 362 lavoratori di via Lamaro sono passate gradualmente nel corso del 2012 alla nuova sede aperta a Rende (Cosenza)”. Il perché non è un segreto: la nuova sede in calabria è stata aperta grazie anche agli incentivi della Legge 407/90, che prevede finanziamenti statali per assunzioni agevolate in “zone disagiate”. Ecco svelato il trucco di Almaviva: “scarica i lavoratori romani, ormai troppo costosi, sulle spalle dell’Inps e riduce al massimo il costo del lavoro grazie ai soldi della Regione Calabria”.

I lavoratori ritengono pretestuose le motivazioni ufficiali del provvedimento e si ribellano ai tentativi dell’impresa di soggiogarli ai propri voleri. “Nei mesi scorsi abbiamo pure detto NO a un’ipotesi di accordo inaccettabile, formulata dalla società insieme ai sindacati regionali, che lasciava fuori dalla trattativa le nostre RSU“.

 

Marco Nurra


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