Alla Omsa di Faenza... gambe che debbono smettere di tremare

par Ivo Cappelli
mercoledì 27 gennaio 2010

OMSA, acronimo di Orsi Mangelli Società Anonima, possiede a Faenza (Ra) un grande calzificio che dà lavoro a circa 500 persone, ma meglio è dire che "dava lavoro a tante donne operaie". Da oltre un mese è cessata improvvisamente la produzione di calze e collant, in quanto la proprietà ha comunicato di non dover continuare a produrre su questo sito "beni dove in Serbia il costo del lavoro è pagato meno di un terzo". E qui comincia la bagarre...

Faenza - Domenica pomeriggio 24 gennaio ho voluto rendermi conto di come stanno veramente le cose. Tanti fuochi dentro a grossi bidoni riscaldano tutto intorno alla tenda delle lavoratrici che presidiano lo stabilimento, sorto nella nuova zona industriale faentina.
 
C’è un clima di forte solidarietà da parte di tutta la cittadinanza manfreda. Infatti nelle due ore trascorse con le operaie in lotta e per presidiare lo stablimento, "al fine che i macchinari non vengano smontati per essere poi esportati in Serbia, noi vigiliamo non stop, davanti a questi cancelli, dandoci cambi regolari, come quando si effettuava la turnazione in fabbrica", parole di Clara, una lavoratrice che spiattella con arguzia di particolari tutta la vicenda dal periodo delle vacche grasse a quello attuale.
 
Tornando alla solidarietà, come dicevo, nelle due ore trascorse sono arrivati camioncini con legna da ardere e bancali da bruciare nei bidoni, ancora un vettura con una signora che consegna una grande torta con su scritto "Auguri a voi tutte... ce la farete!".
 
Vino e panettoni abbondano dentro la tenda, ma è un via vai continuo quello che serve a rifornire le donne in lotta.
 
Donne in lotta, anche se lo stabiimento è occupato anche da uomini; costoro infatti non sono in tanti al presidio, ma provvedono a quei grossi lavori manuali, quali il taglio della legna, la spaccatura dei bancali, lo scarico dei viveri di sussistenza che arrivano in continuo.
 
Per chi scrive queste note, pare di essere tornato alle lotte sindacali al Petrolchimico Eni di Ravenna degli anni ’64 e ’67 del secolo scorso. Stesse metodologie e stessi sistemi logistici, anche se allora si lottava per migliorare i salari e ci si riuscì tenendo duro un minuto in più della proprietà, che in questo caso era pubblica.
 
Una nota curiosa infine: le lavoratrici in lotta hanno creato e pubblicato dentro la tenda un sistemone per l’Enalotto intitolato guarda caso "FORZA OMSA", l’intero sistema è suddiviso in quote vendibili ad € 39,00 ciascuna. Chissà che la cabala non sia a favore delle lavoratrici in lotta per un sacrosanto diritto, quello della conservazione del loro posto di lavoro.

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