Alcuni pregiudizi da sfatare

par Esperimento
lunedì 5 gennaio 2009

Ygal Walt ha preso in esame, su Yediot Aharonot alcuni cliché che puntualmente ritornano quando Israele decide di reagire agli attacchi dei suoi vicini. Riportiamo di seguito le sue risposte.

Da quando la guerra è un’equazione matematica? L’obiettivo principale di ogni parte coinvolta è quello di infliggere il massimo danno al nemico, minimizzando i propri. C’è mai stato qualcosa di proporzionato nella guerra statunitense in Iraq? O nell’invasione iraqena del Kwait? O nell’aggressione russa contro la Georgia? Israele sta facendo esattamente ciò che ogni altro Paese ha fatto in passato. Questo è quel che funziona. Un cittadino britannico forse si lamenta che troppi pochi soldati di Sua Maestà sono stati uccisi in Iraq? Probabilmente no. E in un’osservazione più elementare: l’inferiorità militare palestinese non è un indicatore di una superiorità morale. L’insistenza nel voler riaccendere la violenza, nonostante la debolezza militare è un indicatore, semmai, di poco giudizio, ma non certamente un segno di qualche virtù morale.

In realtà i Qassam uccidono. Non molto spesso, forse, ma decine di israeliani sono stati uccisi e feriti dai razzi negli ultimi anni. Inoltre, oggigiorno, i palestinesi stanno sparando missili più potenti, come i Grad che hanno una maggiore potenza esplosiva. Due di questi hanno ucciso due israeliani lunedi scorso.

 

Israele ha permesso l’ingresso regolare di beni anche durante l’"assedio". I palestinesi sono stati in grado di aumentare queste forniture con i contrabbandi attraverso centinaia di tunnel (naturalmente avrebbero potuto far passare più cibo invece che missili e armi).

Il giorno prima del lancio dell’operazione "Piombo fuso", Israele ha permesso a decine di camion che trasportavano aiuti, di arrivare nella Striscia. Martedi scorso sono entrati altri 100 camion, il doppio del quantitativo normale. In breve, Israele sta consentendo l’ingresso di aiuti, al contrario dell’Egitto che invece ha chiuso ermeticamente i valichi ai suoi confini.

Prima di tutto, quale tregua? I gruppi terroristici non hanno mai cessato di lanciare i missili, sebbene forse abbiano leggermente diminuito e anche se il mondo non vi ha prestato nessuna attenzione.

Nonostante ciò, Israele ha affermato chiaramente e ripetutamente che è interessato ad estendere la tregua. Tuttavia i leader di Hamas ne hanno dichiarato la fine per il 19 dicembre, procedendo a bombardare quotidianamente le cittadine del sud di Israele con decine di missili. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che perfino il governo egiziano ha considerato Hamas responsabile, questa volta.

 

Sebbene Hamas abbia vinto le elezioni palestinesi, ha preso Gaza con la forza, arrivando a scaraventare i membri rivali appartenenti a Fatah da alti edifici e sparando alle ginocchia di altri con la dichiarata intenzione di menomarli. Che bella democrazia.

In ogni caso Israele ha riconosciuto di fatto il ruolo di Hamas a Gaza ed è per questo che è giustificato nell’attacco alla Striscia, proprio perché riconosce che essa è governata da questa organizzazione terroristica. Israele non ha lanciato l’operazione perché Hamas detiene il potere lì, ma piuttosto perché è un’organizzazione terroristica che ha deliberatamente deciso di sparare sui civili migliaia di missili negli ultimi anni.

 

Questo significherebbe che "uno degli eserciti più forti nel mondo" ha bombardato Gaza per giorni, usando una massiccia potenza aerea, lanciando centinaia di bombe e uccidendo un totale di circa 60 civili in quello che viene definito "il posto più affollato nel mondo"?

Qui ci sono due possibilità: o l’esercito israeliano non sta mirando ai civili o i piloti israeliani sono degli incapaci. Si tenderebbe a credere alla prima ipotesi. Infatti Israele sta usando grandi apparecchiature di precisione per evitare che i civili (di cui Hamas si fa scudo) vengano colpiti. Tant’è che nessun altro al mondo sa fare di meglio.


Leggi l'articolo completo e i commenti