Albania approvato l’accordo con l’Organizzazione della Conferenza islamica

par Sergio Bagnoli
sabato 7 febbraio 2009

L’Albania ha deciso di boicottare i prodotti e le compagnie israeliane: “una decisione che avrà certamente conseguenze” minaccia Gerusalemme.

La notizia, un fulmine a ciel sereno, alla vigilia dell’ingresso di Tirana nella Nato. La Serbia rincara le critiche : “ pericolo fondamentalismo islamico”.

Con una decisione inattesa ed assolutamente inaspettata, alla vigilia del vertice Nato che ne avrebbe decretato l’accoglimento nella grande famiglia del Patto atlantico, l’Albania ha deciso d’ora in poi di attuare il sistematico boicottaggio dei prodotti e delle ditte facenti capo allo stato d’Israele ed alla sua gente. E’ la conseguenza di un accordo stipulato dal governo della povera nazione d’oltre Adriatico con l’Organizzazione della Conferenza islamica al fine di ottenere un sostanzioso prestito di denaro per costruire un acquedotto ed un ospedale moderno nella zona di Orikum, vicino a Tirana.

Il parlamento albanese ha ratificato a stragrande maggioranza l’accordo
. Profonda delusione per il comportamento di Tirana, attuato proprio mentre tutto era stato predisposto per la definitiva entrata di Croazia, Albania e Macedonia nell’Organizzazione atlantica, è stata espressa dal governo degli Stati Uniti d’America e dal presidente romeno Basescu che, durante il vertice dell’anno scorso di Bucarest, era stato uno dei maggiori sponsor dell’avvicinamento di Tirana all’Occidente. Rabbia a Gerusalemme che ha annunciato a Tirana che la decisione non rimarrà senza conseguenze. Anche l’Italia, paese da vent’anni amico dell’Albania e nel quale vivono molti emigranti partiti proprio da Valona e Durazzo, ed il suo ministro degli esteri Frattini paiono essere stati presi in contropiede dalla decisione del mondo politico albanese. A Tirana, c’è da dire, non molto tempo fa si era recato, in vista delle elezioni politiche del prossimo anno, l’ex Ministro italiano degli Esteri Massimo d’Alema la cui posizione equidistante tra Hamas ed Israele è nota a tutti. Fu proprio D’Alema, in qualità di Presidente del Consiglio, dieci anni fa, a far bombardare dall’aviazione italiana, nell’ambito della guerra promossa dalla Nato, la capitale serba Belgrado al fine di difendere le ragioni della popolazione albanese e musulmana del Kossovo. E’ stata proprio la Serbia, c’era d’aspettarselo, a commentare ferocemente la decisione albanese di boicottare Israele.


Ambienti della destra serba hanno detto che “l’Occidente merita le posizioni filo-islamiche di Tirana così capirà una volta per tutte che noi in Kossovo non avevamo tutti i torti”. Grazie all’accordo con l’Organizzazione della Conferenza islamica, la Banca Islamica per lo Sviluppo ha concesso all’Albania un prestito pari a circa tredicimila dollari per la costruzione di una moderna rete acquedottistica ed ospedaliera nella zona di Orikum, vicino a Valona nel sud del paese. Nazione poverissima, l’Albania ambisce ad entrare a far parte dell’Unione europea ma non è stato ancora stipulato un vero e proprio accordo di adesione con Bruxelles che forse avrebbe dato modo al paese di accedere ai fondi europei per lo sviluppo. Tantissimi sono i suoi problemi interni quali corruzione e criminalità organizzata che tengono Tirana lontano dall’Unione. Approfittando dell’ambizione albanese a riunire sotto la sovranità di Tirana un giorno tutte le regioni albanesofone quali Kossovo e Macedonia occidentale, per non parlare della Cameria greca, vari movimenti islamici, alcuni facenti capo ad organizzazioni terroristiche, si sono trasformati in pericolose sirene dispensando finanziamenti a destra e a manca. L’Albania, per due terzi musulmana, ha visto così negli ultimi dieci anni sorgere sul suo territorio, nella città di Scutari per la precisione, una delle più grandi moschee d’Europa. Ora questa decisione che l’allontana sicuramente dall’Occidente.

 

 


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