Afghanistan: una storia di amore e morte

par Carla Mereu
martedì 11 marzo 2014

Una storia d'amore che sembra essere quella scritta da Shakespeare nel lontano 1596, ambientata a Verona dove Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti soffrivano per un amore osteggiato dalle loro famiglie, che finì nel tragico epilogo che tutti conosciamo. Lo racconta il New York Times

 
Invece siamo nel 2014, in Afghanistan, precisamente a Bamian, dove Zakia e Mohammad Ali stanno vivendo una situazione simile a quella dei due protagonisti della tragedia shakespeariana. I due giovani ragazzi, 18 anni lei e 21 lui, entrambi figli di famiglie di contadini e allevatori, vivono nelle montagne di questo paesino. 
 
È il New York Times a riportare la storia dei due ragazzi. 
 
 
I due giovani si conoscono dall'infanzia, quando pascolavano le capre in terreni adiacenti, ma nel periodo dell'adolescenza Mohammad aveva perso le tracce della ragazza (le giovani restano recluse durante il periodo dello sviluppo e possono avere contatti solo con uomini della loro stessa famiglia). Si sono dichiarati amore anche se in realtà non sono mai stati insieme da soli; vogliono sposarsi nonostante le differenze di etnie (Mohammad è Hazara, di discendenza sciita mentre lei fa parte dei Tajik, di discendenza sunnita). Non è però un ostacolo da poco quando si tratta di Afganistan: già questo, infatti, è abbastanza per essere taciati di disonore dalle famiglie (in particolare per lei). 
 
Ricordiamo che in questi paesi è luogo comune il matrimonio concordato dalle famiglie tra, per lo più, parenti o almeno discendenti delle stesse etnie e nella maggior parte delle volte la sposa è ancora una bambina
 
Zakia, al rifiuto della famiglia nei confronti di questo matrimonio, ha risposto fuggendo da casa trovando accoglienza in un centro per donne. Nonostante sia maggiorenne la corte le ha intimato di rientrare presso la famiglia; lei però tiene duro ma nonostante le richieste da parte della famiglia di Mohammad a quella di Zakya per prendere la giovane in sposa (con annesse promesse di passaggio di beni), la famiglia di lei rifiutò in malo modo minacciando Mohammad e la sua famiglia di morte. 
 
La ragazza chiese aiutò e ospitalità alla famiglia di lui, per poter concordare il matrimonio segretamente, ma fu rifiutata e cacciata, e i due furono picchiati dalle rispettive famiglie.
 
I ragazzi hanno poi tentato di rivolgersi così al Ministero per le donne di Bamian: nonostante diversi tentativi da parte della famiglia di riportarsela a casa, anche con l'inganno, la polizia dichiara Zakia libera di scegliere della sua vita
 
Afferma: "Mi hanno detto che se sposerò lui, non ci lasceranno vivere tranquilli, ma so che se torno a casa mi ammazzeranno, ma se loro ammazeranno lui, io mi ammazzerò lo stesso". Nonostante l'inganno intavolato dalla famiglia di Zakia secondo cui lei sarebbe già promessa sposa a un cugino, il quale avrebbe già pagato in soldi e beni il matrimonio, Mohammad, degno del miglior Romeo (o come lui racconta, dell'afghano corrispondente della fiaba persiana, Shirin e Fahrad, Shirin) viene e si porta via la ragazza, dopo aver giurato che se li avessero separati di nuovo e qualsiasi cosa fosse accaduto a lei, lui si sarebbe suicidato.
 
La frase che meglio esprime cosa vuol dire amare in Afganistan è la dichiarazione di Reza Farzam, un professore di un università afghana, resa al New York Times: "Le storie di vero amore qui, sono storie di morte"
 

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