Addio Repubblica Italiana: l’Italicum passa alla Camera

par Daniel di Schuler
mercoledì 12 marzo 2014

Con 315 voti favorevoli e 237 contrari, l'assemblea di Montecitorio ha approvato ieri la nuova legge elettorale. “Il cuore dell’Italicum è salvo”, si sono affrettati a celebrare gli organi dell’informazione di Regime.

Una parola, quest’ultima, che può essere usata ora senza remore. Ieri, infatti, è morta la Repubblica Italiana, come prevista dalla nostra Costituzione ed è stata sostituita da qualcosa che in regime si salderà assai presto. Una morte di cui non si sta accorgendo quasi nessuno, mentre l’attenzione della pubblica opinione è stata artatamente indirizzata verso temi di contorno. Una svolta, quella ratificata dal voto di ieri, verso quel bipartitismo che è sempre stato nelle corde, e nelle dichiarazioni programmatiche, tanto dei dirigenti piddini quanto di Berlusconi; che pare, e di fatto è, la realizzazione del Programma di rinascita nazionale che fu della P2.

Esagero? In fondo al paese è questo che serve? Dovrei dimostrare “un po’ buon senso”. Se non considerassi tragico questo momento, mi verrebbe da a ridere, considerando che appelli in tal senso ci arrivano anche da “sinistra”; dalla stessa parte, cioè, che per decenni non ha esitato ad accusare chi volesse usare l’orrido senso comune, di qualunquismo, più o meno piccolo borghese, quando non di cripto-fascismo. Bene. Proprio usando il buon senso, e conoscendo un po’ la nostra società, non dovrebbe essere difficile capire cosa diventerà il bipartitismo all’italiana: una gara tra populismi complementari. Sì, neppure contrapposti: un modo per spartirsi assunzioni e appalti, e quindi voti, e quindi potere, state sicuri che i nostri due partiti lo troveranno. L’Italicum, dunque, non è quello che serve al paese, ma il suo esatto contrario. E, ribadisco, è l’anticamera di un regime.

 “Siamo realisti”, dice ancora qualcuno “non siamo al bipartitismo”. No? Riassorbito il fenomeno M5S, lasciata la Lega nel suo ghetto, e introdotte quelle quote di sbarramento per chi volesse correre da solo, come volete chiamare quel che resta? Siate realisti, voi, piuttosto; cercate di capire che i vostri partiti, non arrivano, probabilmente, neppure a raccogliere i voti di metà degli italiani. A voi fare i conti, con ragionieresco realismo, mettendo nel calcolo anche i milioni che a votare orami non vanno più. A noi ricordarvi che un’Italia che non è, né vuole essere piddina o berlusconiana esiste eccome. Un’ Italia che non è affatto marginale; che anzi è maggioritaria e solo deve trovare la propria rappresentanza. E che non può essere condannata, in eterno, a restarsene fuori dal Parlamento.

Sì, in eterno, e sempre per quella soglia di sbarramento assurdamente alta, insensata quando la governabilità dovrebbe essere già garantita dal premio di maggioranza. Il cui solo scopo è quello di congelare il nostro sistema politico. Nuovi partiti potranno anche sorgere, ma è quasi impossibile che possano arrivare, da subito, a quel maledetto 8%. Se ne dovranno restare fuori dal Parlamento, condannati, con la complicità del sistema informativo meno libero dell’Occidente, al più completo silenzio. Nasceranno, saranno costrette in un cantuccio e lì, ineluttabilmente, moriranno. Da domani e per sempre, insomma, potremo scegliere se essere berlusconiani, piddini o extraparlamentari. A questo si aggiunga che sono state confermate le liste bloccate, che neppure si parla di rendere obbligatorie le primarie, ed è bella è pronta la ricetta per fare dell’Italia proprietà privata dei capi-partito. Manca solo un ingrediente? Ci stanno già pensando, non preoccupatevi.

A conti fatti, pare che all’Italicum siano mancati una 50ina di voti, rispetto alla teorica maggioranza di governo. Di che pensare a “limitare il volto segreto”. Lo tweetta anche quell’anima bella, e fin qui a me sconosciuta della piddina Onorevole Alessandra Moretti: “Le battaglie si fanno a viso aperto”.

Di che spellarsi le mani. Ricapitolando. Il Gran Capo decide, i parlamentari sarebbero liberi di palesemente approvare e sopravvivere o palesemente votare contro e scomparire. Se lo facessero da soli, non sarebbero ripresentati nelle liste bloccate. Se fossero in un gruppetto, e magari pensassero di formare un proprio movimento, potrebbero lo stesso prepararsi a tornarsene a casa: grazie a Mr 8% là, a casa propria, alle successive elezioni possono esser sicuri di restare.

E questa che razza di democrazia sarebbe?

È quel che spero si chieda la Corte Costituzionale. Non sono un costituzionalista, ma in un paese gestito da mentecatti, dove si “obliterano” i biglietti sugli autobus, la Costituzione brilla per assoluta chiarezza. Non è scritta in burocratichese; le sue parole sono state scelte per essere capite da tutti. Nessuno, non mi importa che titoli possa vantare, mi potrà mai convincere che un Parlamento come questo, eletto con un sistema diverso dal proporzionale puro, possa legittimamente modificare la nostra Carta Fondamentale. E se qualcuno vuole convincermi che la legge elettorale non abbia rilevanza costituzionale, sta offendendo la mia intelligenza.

Se nessuno farà niente, se l’Italicum diventerò davvero legge dello Stato, prepariamoci a mettere da parte De Gasperi, Nenni e Togliatti (Di Parri e degli azionisti conserviamo memoria solo in pochi Carbonari): piazze, vie e monumenti saranno dedicati a Licio Gelli, nuovo padre della Patria.

 

Foto: Sel/Flickr


Leggi l'articolo completo e i commenti