Accreditamento pubblico del Campus Bio-Medico di Roma: scompare il “crimine” dell’aborto, spunta la sudditanza al Magistero della Chiesa Cattolica

par UAAR - A ragion veduta
venerdì 31 luglio 2020

Il Campus biomedico di Roma cambia la carta delle finalità, dopo la denuncia lanciata da AMICA (Associazione medici italiani contraccezione e aborto), Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica e UAAR (Unione degli atei e degli agnostici razionalisti). 

Scompare l’obbligo esplicito all’obiezione di coscienza per studenti e specializzandi, nonché la condanna dell’interruzione volontaria di gravidanza, bollata nella vecchia carta delle finalità come “crimine”, in aperta violazione della legge 194.

Ci chiediamo tuttavia cosa significhi, nella nuova carta delle finalità, “l’impegno per operare, in tutte le sue dimensioni, secondo il Magistero della Chiesa Cattolica”, soprattutto in relazione a situazioni in cui il Magistero della Chiesa Cattolica è in contrasto inconciliabile con la pratica clinica nel campo della salute riproduttiva (contraccezione, fecondazione medicalmente assistita, interruzione volontaria della gravidanza). Lo Stato non può e non deve permettere che, in obbedienza al Magistero della Chiesa Cattolica, strutture che godono di finanziamenti o accreditamenti pubblici limitino di fatto i diritti delle donne.

Ribadiamo che l’accreditamento di un corso di laurea e in particolare di una scuola di specializzazione in ginecologia e ostetricia impongono una formazione completa, non legata a preclusioni ideologiche, che sono in netto contrasto con il dettato della carta costituzionale e con i principi di universalità e eguaglianza, fondativi per il nostro Servizio Sanitario Nazionale.

Torniamo a ribadire le nostre richieste:

Comunicato stampa

 

 


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