Accordo FIAT di Pomigliano, la FIOM non firma: come distruggere i diritti

par materialeresistente
sabato 12 giugno 2010

Marziani sul pianeta terra.

Marchionne è abbastanza contento perché alcune sigle sindacali hanno detto sì ad un accordo che, nei fatti, sancisce un ritorno alla logica della boita inizio 800.
 
Il padrone quello che ha messo in discussione non è tanto l’aspetto economico, su quello maramaldeggia da anni. Il punto sono le questioni che regolano la flessibilità nell’utilizzo della manodopera; in soldoni se smetti di lavorare alle 14 oggi hai diritto a 11 ore di riposo come minimo, da domani questa cosa sarà legata ai bisogni di produzione; quindi se devi ricominciare dopo 6 ore e il tuo padrone lo vuole ti tocca riprendere il baracchino e ricominciare. Probabilmente converrà pensare a qualche tendopoli nelle vicinanze delle fabbriche, attrezzata con posti letto e televisore al plasma, così si risparmierà la "fatica" del ritorno a casa e si rimarrà concentrati.

Se, durante le otto ore, prima ti scappava di andare in bagno e potevi avere diritto a 40 minuti di pausa per pranzare, adesso tutto è rimandato a fine turno e la pausa è ridotta a 30 minuti.

Non ti sta bene e pensi di mobilitare un po’ di gente perché pensi di fare sciopero quando l’impianto sarà riaperto? Non puoi, le altre sigle sindacali si sono dette d’accordo, quindi a te tocca pagare anche la multa se ti va bene, se ti va male fuori dai coglioni.
 
Mentre scorrevano, in TV, le immagini del Marchionne in compagnia di quella seppia dell’Elkan (quello che ha il padre sionista) due operai, da qualche parte in Italia, ci rimettevano la pelle schiacciati da una gru che gli è caduta addosso. Due secondi al TG3 (quello de sinistra).
 
Si dirà: sfigati e poco attenti alle norme sulla sicurezza.
 
Dicevo, mentre scorrevano quelle immagini e si procedeva con la consueta mattanza di lavoratori con i calli alle mani in sottofondo si udivano le parole del milionario Fiat (in €) che diceva "non volete sottostare a quelle condizioni di flessibilità? chi se ne frega, avete idea di quanti schiavi ci sono in giro per il mondo disponibili?".
 
Per questa dichiarazione vagamente ricattatoria il silenzio, da destra a sinistra, è stato assordante. Vuoi mettere minacciare la rivoluzione solo perché ti aboliscono le province rispetto a ’sta cosuccia da niente?
 
E sì, perché alla fine la logica è quella. Tragicamente quella da secoli.
 
Dice, ma come sei duro e superficiale guarda i lati positivi. E quali sono, dico io?
 
La nobiltà di Al Capone e dei gangster come lui stava, e sta, nel fatto che per fare quello che hanno fatto alla fine sono finiti in galera e lì sono morti odiati da tutti, insomma un percorso logico con il tipo di vita e ciò che hanno rappresentato per la comunità. Per questi, invece, alla loro dipartita scommetto che ci sarà una coda di gente, che l’ha presa in saccoccia per una vita, lì deferenti, con il capo chino e le lacrime agli occhi.
 
E vatti a ricordare che vita di merda hai fatto di fronte ad una bara di mogano e con un padrone con la faccia serena dentro.
 
Mentre tutto ciò scorre, ho osservato Vendola fare il suo discorso in piazza a Roma. In giacca e cravatta il governatore ha parlato della deriva berlusconiana che imbavaglia la libera Stampa e che ha gerarchi, responsabili della mutazione culturale, non tanto nei Tremonti e Brunetta quanto nei Corona e Briatore. Sullo sfondo ho visto la Melandri che sorrideva. Sì quella che fu Ministro di niente nel governo Prodi e che amava rilassarsi nelle feste Keniote organizzate dal Briatore nella sua villetta di Malindi.
 
E allora mi sono visto marziano sul pianeta terra. Ho visto gente agitarsi contro la legge bavaglio non capire che il bavaglio ce l’hanno da un sacco di tempo, basta leggere i giornali. Milioni di uomini credere che la differenza, per una presa di coscienza collettiva, stia nel fatto che abbiamo bisogno dei Travaglio che trascrivano fiumi d’intercettazioni telefoniche come se non avessimo visto abbastanza film di denuncia e letto centinaia di libri sulle malefatte del potere. Ma che non lo sappiamo che rubano da una vita questi? Non che siano aspetti banali però... però... intanto quello che è cambiato, nel tempo, ha visto il partito unico (dai Tremonti, ai Brunetta per finire ai Colannino e Ichino, solo per citarne alcuni) muoversi coeso nella realizzazione di obiettivi molto concreti come il peggioramento dei diritti di chi lavora, la precarietà, la disoccupazione come serbatoio di ricatto, le guerre tra poveri, la pensione a 70 anni, una moltitudine di vecchi e di giovani ricattabili e con la disponibilità di 500 € al mese per sopravvivere e quant’altro sta nelle condizoni di vita materiale delle persone.
Iniziarono dalle fabbriche ed oggi completano l’opera con i Marchionne. Il socialdemocratico stimato da Fassino. 

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