Abruzzo: uccisi (per la seconda volta) dalla burocrazia

par Emilia Urso Anfuso
mercoledì 28 ottobre 2009

Ci avviciniamo al settimo mese dopo il sisma in Abruzzo. Di cose se ne sono dette e scritte tante. Si è parlato dello stato di allarme subito dopo il sisma. Dei soccorsi. Dei morti. Delle tendopoli. Della condizione dei terremotati, fisica, logistica e psicologica. E poi, del Decreto 39 per la ricostruzione ed i tanti equivoci e mancati chiarimenti per la ricostruzione. E delle inchieste – sembra insabbiate – sugli eventuali colpevoli delle costruzioni di molti edifici pubblici.
 
C’è stato il G8. Le polemiche. La rabbia degli abruzzesi. Poi, l’inizio di una lenta ricostruzione. Gli appalti dati ad altre imprese, in altre regioni. Le prime casette consegnate, con un po’ di confusione su chi le abbia realmente costruite e regalate.
 
Polemiche. Tragedia. Indignazione. Dignità. Stanchezza. E caldo. E poi freddo. E la pioggia nelle tendopoli e lentamente i Media che parlano d’altro: altri morti, altre scandalose situazioni.
 
Sono ancora migliaia le persone che vivono nelle tendopoli. Alcuni stanno già abitando nelle prime casette di legno. Molti, stanno aspettando la lunga fila per l’assegnazione dei prossimi alloggi.
 
Il commercio è praticamente bloccato. L’economia – ovviamente – pure. Lavoro non ce n’è. Soldi? Neppure.
 
Ma in tutto questo bailamme, cala la mannaia di una realtà conosciuta nel nostro Paese. Che non guarda in faccia mai nessuno. Che scompiglia ogni logica. Che non sente e non vede ragioni: la burocrazia.
 
Quel meccanismo che tiene il nostro Paese soggiogato da un Sistema che blocca invece di sviluppare. Che tormenta ogni azioni pubblica dei cittadini. Che semina rabbia e sgomento ogni qual volta ci si rende conto di come sia difficile fare ogni cosa. Lentezza che – in alcuni casi – diviene invece rigorosa precisione. Ed investe come una tormenta chi è già stato investito, corpo ed anima.
 
La burocrazia non fa sconti a nessuno. Nemmeno ai tormentati abruzzesi. Che si sono visti – in questi giorni – recapitare bollette del Gas dall’Enel per il periodo Aprile/Giugno. Esattamente il periodo in cui ha inizio questa Odissea nazionale. L’Enel comunica – solo in un secondo momento – che le richieste inviate sono frutto di un “errore”. Peccato dover constatare che solo “dopo” si risale ad un granello nel sistema.
 
E che dire delle bollette della Telecom? Addirittura il call center dell’Azienda ha contattato molte famiglie dell’Aquila e dintorni per “spiegare la motivazione degli importi salatissimi delle ultime bollette”.
 
E si rimane senza parole, di fronte a quell’Assicurazione che ha inviato un’ingiunzione di pagamento ad una famiglia di terremotati che hanno subito il crollo dell’appartamento e l’auto totalmente sotterrata dalle macerie. Per l’Assicurazione in questione, la famiglia proprietaria della vettura perduta avrebbe dovuto ben pensare di fare qualsiasi cosa per recuperare la targa della macchina: che diamine, scavare con le unghie fra le macerie si poteva, per non incorrere in penali ed ingiunzioni!
 
Insomma, si rimane sgomenti. Atterriti. Stupefatti. Indignati.
 
La macchina del Sistema continua a macinare vittime. Gocce di vita umana prostituite al grande idolo Denaro.
 
Nessuna comprensione. Nessuno sconto. Nessuna umanità. Solo ed esclusivamente, richieste che sempre più spesso hanno il sapore del genocidio piuttosto che di una Comunità di esseri umani. 

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