Abruzzo: tutte le (sconvolgenti) verità dopo il sisma

par Emilia Urso Anfuso
venerdì 18 settembre 2009

L’evento sismico abruzzese, registra ad oggi una tale moltitudine di fatti ed eventi che per ritrovare un po’ il filo della ragione è assolutamente necessario fare un punto della situazione molto spesso, ed elencare tutte le variabili in tema di ricostruzione, economia, veridicità degli argomenti, reale situazione nei luoghi distrutti dal terremoto.

Già subito dopo il sisma, l’Italia si è ritrovata a dover fare i conti fra brandelli di verità e comunicazioni forse decise a tavolino per non far pesare la mannaia dell’Opinione Pubblica sulle teste del mondo politico, del Governo in carica e della stessa Protezione Civile.
 
Si è partiti da quella che sembrava dover essere una querelle a puntate, relativa alle comunicazioni e dichiarazioni del tecnico elettronico Giampaolo Giuliani, che aveva a suo modo allertato qualche tempo prima le istituzioni su un possibile grave evento sismico evinto da una sua annosa sperimentazione tecnica, alla conseguente denuncia che ne ebbe per “immotivato allarme” da parte della Protezione Civile e dallo stesso IVG – istituto di Vulcanologia e Geofisica – denuncia caduta poi – forse nel dimenticatoio, ma che ha decretato la totale scomparsa dalle cronache di Giuliani.
 
Si è proseguito poi col carrozzone mediatico e con l’assalto selvaggio di Media e rappresentanti politici sui luoghi del disastro: triste rappresentazione di come nelle tragedie alberghi un’attenzione morbosa da chi sa trarne ogni più meschino “beneficio”.
 
Si è poi iniziata una Campagna di Governo rassicurante sui tempi della ricostruzione, sugli stanziamenti che sarebbero stati erogati alla Regione, sull’assoluta “vivibilità” nelle tendopoli e nelle strutture alberghiere, ove circa 60.000 sfollati hanno trovato riparo e nessun recupero di dignità.
 
Di giorno in giorno, si è un po’ scoperta la realtà di certi inequivocabili fatti. La certezza di intere aree costruite con materiali di basso costo in una zona considerata altamente sismica. L’assurdità di un ospedale civile – il San Salvatore di l’Aquila - costruito anch’esso con gli stessi materiali, nessuna certificazione a norma ed addirittura senza alcun tipo di accatastamento: roba da far rabbrividire e gelare qualsiasi giurista in materia edilizia. Le parti interamente crollate, sono ancor oggi il vessillo di un’Italia fondata sulla speculazione, piuttosto che garante dell’incolumità della nazione.
 
Si è vociferato di aperture di inchieste contro gli eventuali colpevoli di queste edificazioni selvagge, prima fra tutte la Impregilo s.p.a., impresa a partecipazione statale troppo “importante” per non insabbiare subito le indagini. Infatti, nessuno ne parla più. Da tempo. E la Impregilo s.p.a. continua la sua corsa verso un successo che sempre più chiaramente si palesa nelle forme ed attitudini alla maggior speculazione possibile. Questa è l’incredibile nazione in cui viviamo.
 
Si è avviato un processo che doveva tendere a legiferare su tutta la ricostruzione e si è esibito un Decreto legge, il N° 39/2009 che ad una attenta lettura mostra le falle di tante dichiarazioni non supportate dalla realtà: dalle cifre stanziate che non corrispondono alle promesse fatte verbalmente – fu detto che la cifra stanziata sarebbe stata di circa otto miliardi, ma basta sommare le cifre stanziate, peraltro fino al 2032, per rendersi conto dell’inganno – all’incredibile situazione per cui la ricostruzione in prima battuta la pagano gli abruzzesi, per poi richiedere il finanziamento al Governo, ma fatture pagate alla mano.
 
E che dire del G8? Quale, visto che il 2009 può essere a pieno titolo chiamato “l’Anno dei G?” Mi riferisco a quello – tormentatissimo – dei potenti della terra, riuniti per fatti che comprendono anche l’Ambiente. E che dopo la realizzazione di incredibili aree ed edifici alla Maddalena in Sardegna - ove era stato deciso di tenere il summit prima del sisma – con conseguenti indebitamenti di molti imprenditori della zona nel settore ristorativo ed alberghiero, in vista dell’importante riunione ai vertici, si è deciso d’improvviso di spostare il tutto su un’area più “adeguata” per il momento storico italiano: la terra Abruzzese, palcoscenico reso osceno dai troppi scandali che la vedono protagonista incolpevole di misfatti di ordinaria italianità.
 
Ecco che per l’evento, la macchina perfetta del Sistema si alimenta e senza alcun patema d’errore, fila liscia verso la perfezione. In soli 20 giorni e con un dispiego di risorse umane incredibile, ecco che l’Aquila diviene doppiamente protagonista: di scandalosi eventi. A conti fatti, risulterebbe – nuotando fra le troppe dichiarazioni e mistificazioni della realtà – che la spesa totale sostenuta per adeguare e mettere in sicurezza la zona sia costata circa 300 milioni. La cifra è da considerarsi incerta considerando che è una media tratta fra le tante dichiarazioni a volte persino ritirate.
 
Cifra che, sommata a quella utilizzata per la Maddalena – circa 250 milioni di euro – ed alle due “opzioni” differenti nel caso in cui la terra avesse tremato durante il Summit, fa aumentare il battito cardiaco. Di indignazione.
 
Eh si, perché nel frattempo la gente “comune” vive nel fango delle tendopoli. Nell’angusto spazio delle camere di hotel. Nella consapevolezza di un terrore che non scomparirà mai dalla mente e dal cuore.
 
Vive nella presa di coscienza che ove alberga il potere tutto è possibile nel bene. E dove dimora la semplicità dell’Essere Umano, questa regola è sempre totalmente sovvertita.
 
La gente attende che le dichiarazioni di un Premier troppo preso dalla sua immagine riflessa ormai ovunque, trovino collocazione nella realtà.
 
Fra le tante, ad esempio, utile ricordare quella relativa alla “cessione dell’utilizzo delle sue Ville ai terremotati” cui un solo Abruzzese è ricorso al momento di fare formale richiesta di alloggio provvisorio, e quella di “regalare i mobili di altissimo pregio utilizzati per il G8 ai terremotati”. Vedendo le prime case “provvisorie” consegnate, mi sembra di non aver visto nulla di altamente pregevole, al loro interno. Le registrazioni video confermano quanto appena espresso.
 
E ci sarebbe ancora tanto da dire sulla realtà dei fatti di una ricostruzione che non si comprende più chi sia a farla. Il Governo no, allo stato attuale. Le prime case infatti, si devono alla collaborazione della Croce Rossa Italiana ed ad un gruppo di imprese edili della Provincia di Trento e Bolzano. Un tempo, quando si usava dar retta ai proverbi, si sarebbe detto “farsi bello con la pelle dell’orso”. Oggi i motti, non si usano più.
 
Un velo, si cala ancora sulle somme totali versate dagli italiani a tutte le oltre cento organizzazioni preposte a questo scopo subito dopo il sisma. Cifre enormi. Che non vengono propagandate. No, quelle meglio non dirle. Che magari si possono utilizzare per altri scopi. Lontani da quelli per cui ognuno di noi ha deciso di aprire anima e portafogli. Basti pensare che, per le grandi opere fatte per il summit che doveva aver luogo alla Maddalena, si erano usati gli sfruttatissimi FAS (Fondi per le Aree Sotto-utilizzate) che dovrebbero – ancor oggi – esser presi dalla Cassa solo per migliorare le infrastrutture ed implementare l’industria delle zone a Sud d’Italia.
 
Quante cose ancora, ci farà dire e riflettere ed arrabbiare questo sisma? Quante giornate oscure dovrà passare qualche decina di migliaia di persone perse fra una dignità complessa ed una esasperazione bloccata persino dai mezzi di Informazione di Stato?
 
Un fatto è certo: se avevate dubbi che il diktat supremo in Italia ed ovunque nel mondo, è speculare sulle vite umane, questo ennesimo esempio vi sia di triste conforto. E che la riflessione faccia risorgere in ognuno, una sana, autentica indignazione. Per se stessi. Per tutti.
 

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