Aborto in diretta su Twitter

par Pamela Ferrara
lunedì 1 marzo 2010

Sui social network qualunque tipo di esperienza può essere raccontata passo-passo.

Solo che ci sono persone “normali” che raccontano, ad esempio, di cosa si sta parlando a un convegno, e quelle decisamente meno normali che li usano per raccontare al mondo le proprie tragedie personali, come la madre che raccontò del figlio annegato nella piscina.

Ora al centro delle polemiche c’è Angie Jackson, 27enne della Florida che prima ha scritto su Twitter di essere rimasta incinta e poi di voler abortire utilizzando una pillola, la tanto discussa RU-486. I suoi followers sono passati da 800 a più di 2.000 in un colpo solo, mentre lei raccontava dettagliatamente l’inizio dei crampi, il sangue e tutto il resto.

A parte il fatto che, a giudicare da ciò che scrive su Twitter ma anche su Facebook, la tipa in questione non sembra particolarmente centrata e la sua sembra molto più una forma di esibizionismo che un voler condividere la sua esperienza con gli amici, come lei stessa ha dichiarato.

Detto questo però, c’è da fare un’altra considerazione: la sua esperienza, raccontata sul sito di microblogging, è stata per molte persone un’alternativa a un sistema di informazione reticente che continua a polemizzare e a condannare questa pillola abortiva senza in realtà fornire indicazioni veramente utili o raccontare l’esperienza di chi l’ha provata.

Ormai i giovani si sono resi conto di non potersi fidare dei mass media come unica fonte di informazione, e la verità è proprio che si fidano di più del racconto di una sconosciuta su Twitter che delle interviste ai medici mandate in onda dal telegiornale.

Il fenomeno fa riflettere e il motivo per cui si verifica va cercato nel vero e proprio monopolio che per tanti anni giornali e televisione hanno esercitato sulle notizie, sfruttandole con l’unico scopo di fare audience anziché riportarle seguendo un’eticità dell’informazione.


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