Abbecedario (francese) sul Cavaliere

par Andrea G. Cammarata
mercoledì 2 marzo 2011

E' impietoso il lungo abbecedario di Delphine Saubaber e Vanya Luksic, pubblicato lunedì da L'Express, noto settimanale francese, a riguardo del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Si va appunto dalla "a" alla "z", ordine delle categorie silviesche: Amore, Bunga Bunga, Cinque, Drago, Emma Marcegaglia, Fede Emilio, Giornalisti, Harem, Imperatore romano in agonia, Kantorowicz, Lui, Milan, Nicole Minetti, Olgettina, Presidente del Consiglio, Qualunquemente, Ruby Rubacuori, Sorriso, Tribunale, Una storia Italiana, Veline, Wikileaks, X-Factor, Yespica Aida, Zoccola. Visto quante? Un po' alla volta:

Amore: "…L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio". Ricordate i militanti del Pdl "voi amore, noi odio", ecco qualcosa del genere… La parola amore, alla romana "amo'", torna sovente anche nelle intercettazioni del caso Ruby, però "tutte queste ragazze che sognano una carriera in televisione o un posto in parlamento si detestano", "in questo mondo, riflettendoci, si parla più di fare sesso che di fare l'amore".

La voce "Bunga Bunga", "parola sconosciuta nei dizionari correnti", andrebbe omessa per decoro ("Eravamo ancora a tavola quando qualcuno ha deciso di mostrare il culo"). "Cinque", cinque mila sarebbe stata la media pagata per ogni bunga bunga, esclusi i regali. E le mamme, e i padri, si arrabbiano con le figlie perché non approfittano di "Papi": "Svegliati! te ne sono passate davanti tante: Giada, Isabella, Cristina…"

"Drago" come lo chiamava l'ex-moglie Veronica; "E" come "Emma Marcegaglia": "Quando sono all'estero dico sempre che esiste un'altra Italia, dove si va a letto presto e ci si sveglia presto per andare a lavorare", così la presidente di Confindustria.

E' la volta del fido Fede e dei Giornalisti, al primo con Lele Mora si imputa di esseri stati forse fornitori "di carne fresca per quelle serate rilassanti", come le definiva il Premier. La voce "Giornalisti", ricorda le amorevoli considerazioni di Silvio per la classe: "Raitre peggio di Tele Kabul". Tuttavia manca "giudici", è grave, ma troveremo la "T" di tribunale, con le affetuosità di Silvio per la magistratura: "malati mentali", "comunisti", "talebani"…quelle cose lì. H. "Harem" "si chiamano Barbara, Iris, Emma, Concetta, tutte carrozzate come delle Ferrarri, tutte sui vent'anni…C'è la sud-americana che non parla l'italiano, sbarcata dalle favelas…"

"I" come Imperatore romano in agonia: "titolo di una intervista recente a Umberto Eco…Caligola, che aveva nominato senatore il suo cavallo, al cospetto di Silvio era un sant'uomo". L'Express affonda poi sulla letteratura ad Silvio: nel "il corpo del capo" di Marco Belpoliti, viene resa l'immagine di un presidente del Consiglio "ossessionato dalla giovinezza eterna, incipriato a strati", "se i suoi predecessori, come Andreotti, non sembravano esistere come corpo, Berlusconi ha venduto e trasformato il proprio per farne politica-spettacolo", ancora: "E' l'uomo comune divenuto re. Immortale, osceno, inattaccabile…".

"Lui", la terza persona, dalle intercettazioni ne emerge una "visione teologica": "Lui il grande. Lui, Gesù. Lui che si è detto L'unto del signore. Lui ti cambia la vita". Lui sorride sempre è l'uomo del "happy-end", ma i cablogrammi di Wikileaks lo giudicano "vanitoso, irresponsabile, inefficace". Saltiamo la "M" di MInetti, non scherzate…ingrata che lo chiama "vecchio di merda, che vuole solo salvare il suo culo flaccido"; a volo d'uccello sulla "Q" di qualunquismo e di Qualunquemente, Cetto La Qualunque, protagonista del film di Albanese, è un chiaro ritratto di un leader circondato da soubrette.

L'ultima voce è "Zoccola", conclude L'Express: "sinonimo di puttana, troia, termini che si ripetono più volte nelle 782 pagine dei Pm di Milano, primo grande studio sociologico del berlusconismo".


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