AgoraVox...tu speriamo che te la cavi

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martedì 14 luglio 2009

Oramai se Internet urla, i giornali bisbigliano.
 

Oramai se Internet informa, i giornali descrivono.

Oramai se Internet sputtana, i giornali intrattengono.

Ma perchè in Italia i cittadini non hanno più il diritto ad essere INFORMATI?

LaVoce.info ha pubblicato un’inchiesta la settimana scorsa del prof. Marco Gambaro, docente di Economia della Comunicazione, ignorata praticamente da TUTTI.
 
Che venisse ignorata dai giornali e dai giornalisti era quasi ovvio.
Tranne alcune eccezioni, è stata ignorata anche dalla maggior parte dei blog.

Credo sia giusto dare a quest’inchiesta il suo giusto rilievo e la sua meritata importanza.

Allora la notizia è questa: per ogni copia venduta di un quotidiano politico, ce ne sono tra le sette e le nove che tornano indietro.

Tra le sette e le nove!

Che esistevano giornali e giornalisti che sopravvivevano solo grazie ed esclusivamente ai contributi pubblici, più o meno si sapeva... ma queste cifre sono un vero e proprio scandalo.

Alcuno esempi sono proprio da cardiopalmo.
 
Europa stampa 5.000 copie al giorno: il 90% torna indietro e non viene comprato.
Liberazione ne stampa 8000 al giorno e l’87% torna indietro e non viene comprato.

Il Riformista e la Padania rispettivamente ne stampano 4000 e 7000 al giorno e l’87% di queste tornano indietro e non vengono comprate.

Analizzando il fenomeno, i problemi secondo il prof. Gambaro sono la mancanza di una focalizzazione sul territorio e di un pubblico omogeneo.

E questi sono i problemi.

l vantaggi di un giornalista di partito, mi verrebbe da aggiungere, è che un po’ come un posto pubblico, un dipendente comunale o statale che sa di avere lo stipendio assicurato a fine mese, ha la facoltà di fregarsene del diritto all’informazione di 60 milioni di cittadini italiani.

Per il prof. Gambaro, due buone soluzioni per arginare questo enorme spreco di carta e di denaro pubblico, potrebbero essere gli abbonamenti ed i siti internet.

In questa direzione va il progetto validissimo del Fatto: un giornale che prima di essere stampato ha già un sito Internet, un giornale che prima di essere stampato fa prenotare l’abbonamento ai probabili lettori interessati al progetto, e soprattutto un giornale che non chiederà i contributi pubblici.

Lo Squalo, il "Magnate dell’Informazione", Rupert Murdoch da tempo sta studiando a quella che sarà la prossima pisciatina fuori dal vaso: un sistema di micropagamenti per le news online.
 
Mentre Murdoch studia un modo per far pagare l’ Informazione, i liberi cittadini già da un po’ si sono riuniti per fare Informazione in modo gratis e veloce: il citizen journalism è una vera e propria ancora di salvezza per chi ha ancora voglia di sapere.

Nel settembre 2008 è nato il progetto AgoraVox, il primo sito europeo di giornalismo partecipativo .

Il primo mese il sito www.agoravox.it ha avuto 17.000 visite.
Nell’ultimo mese, giugno 2009, di visite ne ha avute 250.000.
L’articolo più letto ha avuto 95.000 visite.
 
Dall’apertura ad oggi AgoraVox ha avuto 1.200.000 lettori:
quotidianamente ha dalle 8.000 fino a punte di 24.000 visite.

Queste sono cifre che sono decisamente agli antipodi di quelle della carta stampata.

Il diritto all’Informazione sarà sempre di più garantito dalla quantità e dalla qualità dei click dei mouse, piuttosto che dalla quantità e dalla qualità delle pagine dei giornali.

I giornali diventeranno carta da parati e i giornalisti, per sopravvivere, diventeranno blogger.



 
 
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