A scuola suonano i tagli: la Gelmini e i licei musicali

par Federico Pignalberi
venerdì 5 febbraio 2010

Il Ministro Gelmini dice di voler valorizzare la tradizione musicale italiana. Ma ha tagliato il 40% dei fondi ai conservatori, che non hanno più nemmeno i soldi per accordare i pianoforti. Antologia di uno spot elettorale.

“Il sistema dei licei si arricchisce, peraltro, di due nuove indirizzi: il liceo musicale perché il nostro Paese ha una straordinaria tradizione musicale che andava valorizzata, non andava perduta. Noi realizzeremo questi licei in piena collaborazione con i conservatori, non solo per ottimizzare le risorse, ma anche per colmare quella lacuna che esisteva nella scuola superiore prima dell’introduzione del liceo musicale” (Mariastella Gelmini, Ministro della Pubblica Istruzione, 4 gennaio 2010).

“L’organo da studio piazzato da qualche anno nella sala Medaglioni del conservatorio Santa Cecilia di Roma non funziona (…) Il solenne organo Tamburini nella Sala Accademica attende una cura ristrutturante da 130 mila euro. Ne servono invece oltre 300 mila per mettere a norma la stessa Sala, nella quale un anno fa saltò il quadro elettrico per un corto circuito: (…) agibile, ma non aperta al pubblico pagante per mancanza dei certificati di sicurezza. Per cui adesso la più antica scuola di musica romana, una delle più famose nel mondo, nelle tabelle ministeriali non risulta avere una sala concerti.
 
Con i suoi 1.400 studenti (…) un deficit di 1 milione e un brutto scandalo alle spalle (due anni fa l’allora direttore finì in carcere per truffa e falso), il conservatorio di Santa Cecilia è in testa alle cenerentole del ministero dell’Università, al quale le scuole di musica italiane sono state affidate da circa un decennio con la riforma che prima le ha inglobate nell’istruzione universitaria, e poi le ha dimenticate. (…) I dirigenti (…) devono far quadrare i bilanci con i tagli pubblici: l’ultimo toglie il 40 per cento dei fondi. (…)
 
’Siamo anche senza contratto da quattro anni. Il ministro Gelmini si disinteressa della formazione musicale. In questo quadro generale va visto il caso del Santa Cecilia, che avrebbe bisogno di un piano di rilancio più coraggioso’.
 
Parla di rilancio anche la relazione che accompagna il bilancio dell’istituto, dicendo in sostanza: i fondi pubblici scendono, dobbiamo trovarci le risorse da soli. Già adesso le tasse degli studenti coprono la metà degli incassi. Per riparare i pianoforti scordati, la direttrice ha chiesto fondi in più al ministero” (L’Espresso, 19 febbraio 2009).

“I ragazzi che sceglieranno l’indirizzo musicale si divideranno – come già accade col vecchio ordinamento – tra scuola e Conservatorio. I nuovi licei continueranno ad appoggiarsi a queste istituzioni, le sole in grado di garantire tutto ciò che serve: insegnanti, strumenti, l’intera gamma dei corsi” (Corriere della Sera, 14 giugno 2009).

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