A proposito di Vittorio Feltri

par Michele Antonelli
sabato 18 settembre 2010

Servitori a volte scomodi dei loro padroni. Il vero ispiratore di Vittorio è il denaro.

Chiacchiere tra amici. Chiacchiere da bar. Mi si chiede che penso di Vittorio Feltri.

Il Vittorio è un bergamasco scarpe grosse e cervello fino. La sua personalità è costruita con cura. Lo stile londinese calza a pennello su un fisico asciutto. Lo sguardo è sempre duro. La mente imperscrutabile, lontana dall'interlocutore, medita articoli d'attacco. Il giornalista Feltri si distingue dal cronista di strada, dal commentatore e dall'editorialista consueto.
 
A Vittorio serve un appiglio per sparare a zero su qualcuno che non gli è utile. Vittorio non è un giornalista nel senso proprio della parola. I giornalisti danno la notizia e a volte non fanno commenti. Lui, il Vittorio d'assalto, i giornali li dirige per venderli e allora giù con i massacri mediatici prima a carico di Tizio e ora a carico di Caio. Di Pietro con le querele si è comprato due appartamenti pagati dagli editori di Vittorio. Ma il nostro eroe ha fatto due calcoli da buon bergamasco: "Vero che abbiamo speso 300mila euro per la querela, ma è anche vero che il giornale ha venduto tante copie da incassarne bel oltre la multa salata".
 
Questo è il meccanismo di Vittorio da Bergamo. Spara a zero, metti Boffo in prima pagina e poi facciamo il bilancio del giornale.

Insomma il Vittorio orobico è un piazzista dell'editoria. Il giornalista è tutt'altra cosa. 


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