A proposito dello show Berlusconi-Santoro-Travaglio

par antonio cianci 251039
venerdì 11 gennaio 2013

Se D’Alema, Bersani, Letta, cioè i rappresentanti più autorevoli della sinistra riformista, potessero, questa mattina defenestrerebbero Santoro.

Nessuno più di questo tribuno della plebe, demagogo e populista, ha danneggiato nel tempo la sinistra politica con le sue trasmissioni, improntate a settarismo, prevenzione ideologica e faziosità.

Si crede il campione, per antonomasia, della libertà di stampa, si atteggia a vittima di persecuzioni politiche, e tiene sfacciatamente per quella sinistra radicale, pacifista, che specula sulle illusioni e la credulità della povera gente, per conservare le proprie posizioni di potere, le laute prebende, i privilegi, frutto di una quarantennale lottizzazione politica.

Nell’ultima puntata della sua trasmissione, “Servizio pubblico”, però il pifferaio è andato per suonare ed è rimasto suonato.

Giovedì sera, 10 gennaio, era di scena nella sua fossa dei leoni il suo più acerrimo nemico: Berlusconi.

Questa volta il Cavaliere, liberatosi dai complessi accusati in passato nei confronti di Santoro, ed armato della presuntuosa sfrontatezza, che lo contraddistingue da quando ha capito di aver perso l’appeal sull’elettorato e che non ha più niente da perdere, ha giocato la partita con spregiudicatezza, praticando il catenaccio ed un contropiede micidiali.

Ha tentato di giustificare gli errori e le contraddizioni politiche rinfacciategli senza mai scomporsi e sempre col sorriso sulla bocca, ha dato ragione all’imprenditrice che tentava di metterlo in difficoltà, sostenendo Lei che i governi italiani sbagliavano a non proporre di uscire addirittura dall’euro (figurarsi!!!).

Ed infine ha rintuzzato la solita filastrocca giustizialista, trita e ritrita di Travaglio, tirando fuori dal cilindro l’elenco di tutti i processi per diffamazione subiti dal giornalista suo nemico incallito, mandando in bestia Santoro e facendo arrossire per l’imbarazzo Travaglio, che in realtà non si aspettavano quella mossa che li ha platealmente spiazzati e messi in difficoltà.

Santoro e Travaglio sono della stessa caratura giornalistica dei Sallusti, Belpietro, Vespa e compagnia cantante, professionisti schierati o legati a centri di potere.

E la sinistra riformista farebbe bene a prenderne le distanze se veramente ha la pretesa di governare e modernizzare il paese.


Leggi l'articolo completo e i commenti