Il Museo di Totò apre a dicembre. Parola del sindaco De Magistris

par Angela Iantosca
sabato 8 ottobre 2011

Dopo 15 anni di attesa, Liliana De Curtis alla Sanità aprirà il Museo nel Palazzo dello Spagnolo: un museo-laboratorio che dà speranza ai giovani del quartiere in cui nacque il padre.

Napoli che rinasce, che rifiorisce. Napoli con le sue zone pedonali e le zone a traffico limitato. Napoli senza spazzatura. Napoli del Vomero e Piazza Plebiscito. E poi Napoli che si fa sentire. Napoli della Sanità, dei Quartieri Spagnoli, di Scampia e Secondigliano. La Napoli che nessuno vuole conoscere, dove si ride, si costruisce, si fa la raccolta differenziata, dove si creano possibilità. Dove nascono progetti e si insegna anche la legalità.

È questa la Napoli di Totò, nato nella Sanità, figlio di una portiera, figlio del popolo. E questo figlio del popolo ora sua figlia Liliana ha deciso di onorarlo attraverso la realizzazione di un Museo.

"In realtà il Museo esiste da 15 anni – racconta la Principessa De Curtis - ma la burocrazia non ha permesso sino ad ora di aprirlo. De Magistris, però ce l' ha promesso; lui che quando è giù di morale guarda un film di papà per ritrovare il buonumore. A dicembre si apre. Questa volta è sicuro".

Perché Napoli e il mondo amano Totò e perché il Museo sarà un punto di riferimento per i giovani del quartiere. "Il Museo si trova a Palazzo dello Spagnolo: è un palazzo del 1600, con una superficie di 4mila metri quadrati distribuiti su tre livelli. Ce l’ha concesso la Regione Campania anni fa. Ma a procrastinare l’apertura è stata la burocrazia".

Cosa c’è nel Museo?

"Il Museo è stato allestito partendo dal presupposto che Totò amava i giovani. Quindi, oltre ad essere un Museo tradizionale, lo abbiamo strutturato come luogo in cui radunare i ragazzi e tirarli fuori dalla strada. Totò voleva dare loro qualcosa e quindi noi vogliamo dare speranza, fiducia ai ragazzi. Non a caso abbiamo scelto il quartiere dove lui è nato: un quartiere che è diventato difficile, ma che lo porta nel cuore. Pensa che il giorno in cui ricorre la sua morte, la gente non va al cimitero, ma va in pellegrinaggio alla Sanità. Voglio che i giovani imparino la musica e anche a fare i pizzaioli. Ci sono dei laboratori".

A chi è aperto?

"È aperto a tutti. Gratis per la gente della Sanità, mentre per gli altri due euro. La gente si deve tenere caro questo museo. È una speranza per i giovani che hanno una energia che non ho mai visto altrove. E il quartiere di Totò è davvero stupendo: è un quartiere in cui i portali parlano. Ci sono dei palazzi incredibili. Pensa che lì Mozart andò a suonare da bambino. In quel quartiere c’è la storia di Napoli".

 Cosa le manca di suo padre?

"Le mani, perché lui non giocava con me, non aveva la mentalità di prendere un bambino e abbracciarlo, ma mi appoggiava sempre le sue mani in testa. Questa mano mi manca. Quando mi metteva le mani in testa, poi mi baciava sulla fronte, mai sulle guance. Sentivo la sua protezione".

Lei ha scritto diversi libri. Ha in cantiere qualche novità?

"Sto lavorando ad un libro che raccoglie tutte le lettere che lasciano al cimitero a papà, al Cimitero del Pianto, e devo dire che sarà un bel libro, ci sono delle lettere meravigliose!".

Cosa scrivono?

"Scrivono delle cose incredibili. Per esempio "ti raccomando mia figlia, ti raccomando i parenti", oppure "ho litigato con mio padre, perché mi hanno rubato il portafogli". È un pellegrinaggio internazionale".

Cosa significa essere la figlia di Totò?

"In una città come Napoli dove trovo gente che mi ferma per strada perché mi riconosce e mi bacia e mi viene incontro, anche le nuove generazioni, rende meraviglioso il fatto di essere Liliana De Curtis e mi dà una forza di continuare ad essere la figlia di Totò!”.


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