A Reggio Calabria si vota, ma la città sprofonda nell’indifferenza
par Roberto Calabrò
mercoledì 4 maggio 2011
Una fotografia della città dello Stretto a due settimane dal voto.
I tempi delle allegre notti danzanti sul lungomare e delle passerelle di Valeria Marini sul corso Garibaldi sono finiti per sempre. Spariti in un lampo assieme alla poltrona dell’ex sindaco Giuseppe Scopelliti, volato verso mete più ambiziose: la presidenza della Regione Calabria. Eletto dai calabresi con un plebiscito, l’enfant prodige della destra reggina ha lasciato dietro di sé un cumulo di macerie. E una città che si interroga su un futuro incerto, sospesa com’è tra una crisi economica devastante, una classe politica sempre più divisa in lotte intestine a destra come a sinistra e il degrado che avanza. Per rendersi conto che i tempi sono cambiati basta fare un giro per la città dello Stretto. Cumuli di spazzatura attorno ai cassonetti, strade che sembrano una groviera, lavori pubblici lasciati a metà. La Villa comunale, un tempo abituale meta di famiglie e bambini, giace in uno stato di abbandono, sfregiata da ingombranti opere in muratura iniziate e mai finite. Sul piazzale della Libertà della prevista fontana circolare che avrebbe dovuto sancire la grandeur della passata amministrazione resta solo l’enorme base di cemento circondata dalle erbacce.
Di fronte c’è il Quiiper, l’ipermercato simbolo della crisi economica che attanaglia la città. Fa parte dell’impero in disfacimento della Gdm, il più importante gruppo della grande distribuzione in provincia che un mese fa ha portato i libri contabili al tribunale fallimentare. Oltre ai tre Quiiper dislocati nei luoghi strategici della città, stanno per chiudere anche decine di piccoli supermercati Carrefour express, di proprietà dello stesso gruppo, presenti in ogni quartiere. A rischiare il posto non ci sono solo i mille dipendenti dell’azienda, ma anche i lavoratori dell’indotto: quasi duemila persone. Come se a Torino chiudesse la Fiat. La crisi investe un altro fiore all’occhiello dell’economia reggina: la Mauro Caffè, una volta leader in Calabria e tra i nomi più importanti del settore a livello nazionale. L’azienda, passata tre anni fa nelle mani dell’imprenditore Fabrizio Capua, attuale assessore regionale ai programmi speciali dell’Unione Europea, sembra non navigare in acque tranquille, secondo quanto denunciano i sindacati. E il settore pubblico non sta meglio. Da mesi sono senza stipendio i dipendenti della Multiservizi, la società mista del Comune per gli interventi di manutenzione, su cui ha messo le mani la criminalità organizzata. Ai primi di aprile, durante un’operazione antimafia in cui sono finite in manette ventisei persone, è stato arrestato il direttore operativo Giuseppe Rechichi. Per i magistrati che conducono le indagini, non solo un referente della potente cosca Tegano ma in passato anche uomo di fiducia dei killer durante la guerra di mafia. La prova provata che la ‘ndrangheta controlla anche le società a capitale pubblico.