A Mariupol c’è il mare

par Doriana Goracci
lunedì 21 marzo 2022

Mariupol c'è il mare che non abbiamo mai visto in questi giorni, solo macerie, il Teatro, l'Ospedale pediatrico...

E dire che qui c'era anche un centro balneare malgrado tutto e per tutto, intendo i veleni delle fabbriche: "..in termini di emissioni di sostanze nocive industriali, Mariupol non compete con nessun’altra città ucraina: se gli impianti metallurgici Azovstal’ e IlliÄ, ubicati a pochi passi dal centro cittadino, sono gli indubbi responsabili dell’inquinamento dell’aria, anche il porto, ai margini di cui spunta una miniera che cade letteralmente sul mare, sa il fatto suo: navi con carichi ricchi di zolfo, pece di carbone e altri tipi di minerali entrano nelle acque portuali non sempre soddisfacendo i requisiti ambientali della legislazione e attraccando a pochi metri dalla spiaggia di PesÄaniy, tuttora popolare tra i cittadini e i turisti per la sua posizione centrale".

Scriveva a luglio 2021 Claudia Bettiol: "Mariupol è una delle dieci città più grandi dell’Ucraina, nonché il più importante centro industriale ed economico del paese. La città ha conquistato nel 2019 il settimo posto nella classifica delle località più vivibili in Ucraina, nonostante si trovi a pochi chilometri dal fronte di guerra con la Russia e la sua situazione ecologica sia catastrofica: l'aria di Mariupol è, infatti, la più sporca del paese, c’è un odore pungente di formaldeide e zinco, e vi si respira polvere di ferro".

Non sappiamo oggi come e chi respiri ancora tra le macerie, non sappiamo chi riesce a fuggire, chi è vittima contesa, non sappiamo quasi niente. Mariupol è assediata, e dire che c'è il mare e vado sempre ricordando Jean Claude Izzo: di fronte al mare la felicità è un'idea semplice.

Forse un altro giorno, ricostruiranno il teatro, chiuderanno per sempre le fabbriche, si riprenderà a pescare, a usare la terra, non solo per seppellire i morti ma per far crescere la vita, far giocare sulla spiaggia i bimbi e permettere agli anziani di respirare, fosse pure l'ultima volta, a casa, sulla spiaggia della città.

Doriana Goracci

Foto Wikimedia


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