A Franceschini: avrei voluto Berlusconi come padre

par SALVATORE FASSARI
sabato 30 maggio 2009

Non ho visto fra i giornali nessuna risposta alla domanda molto vaga dell’on. Franceschini, rivolta agli italiani: ”gli fareste educare i vostri figli” e malgrado tutti ne parlano, nessuno ha il coraggio di esprimere la propria opinione. Forse perchè nella domanda ci sono delle risposte che potrebbero essere ambigue o di facili definizioni, per questo sarebbe stato più chiara la domanda da rivolgere a tutti i ragazzi e ragazze, “se avessero voluto un padre come Berlusconi”.

Avremmo avuto senz’altro milioni di risposte positive. Ma occorreva tale esagerazione per far capire agli italiani che Berlusconi, con i suoi giornali e TV, già lo sta facendo e grazie anche alle mancate riforme che avrebbe dovuto fare il passato governo con alleanze che tutti sapevamo appartenere alla “cancrena” della politica italiana, e cioè a quella associazione di corrotti che ancora oggi nascondono i misteri della nostra prima e seconda Repubblica? Io avrei risposto a Franceschini che avrei voluto averlo un padre come Berlusconi ma solo per andarmene da questa italietta canzonata in tutto il mondo o per fargli superare la paura di essere giudicati dalla Giustizia, imponendogli di rinunciare al lodo Alfano.


Forse, come figlio, lo avrei spronato a presentarsi al Parlamento per dire la verità sul caso Noemi o gli avrei sconsigliato di sbattere mia madre con le tette di fuori sul giornale in prima pagina. E gli avrei suggerito, visto che si identifica liberale, di studiare meglio Cavour e quello che provocò nel meridione la destra storica: il brigantaggio per le tasse costretti a pagare i meno abbienti. E poichè sembriamo ritornare all’800, se non fosse il caso di dare al popolo più carote che bastonate visto che nel nostro Paese ci sono più conigli che pecore. Probabilmente l’avrei convinto a lasciare la politica, ormai ridotta come uno squallido teatrino dell’Opera dei pupi siciliani, agonizzante per tutte le manifestazioni dei suoi attori palesemente poco credibili e più chiaramente corrotti, corruttori e pregiudicati che, certo, infiltrati nelle Istituzioni in cui dovremmo credere, non stanno dando esempio di civiltà ma stanno creando un pessimo stato d’animo nella società civile.

Certo, fossi stato suo figlio, mi sarei un po’ vergognato a vedere in TV tutti quei politici e giornalisti prendere con accanimento ben studiato le difese di mio padre su argomenti che forse non tutti odiano ma che a molti non sfiorano minimamente il cervello perchè al massimo vanno alle feste dei figli o dei nipotini e mai penserebbero di invitare fanciulle estranee nelle ville per il solo scopo di socializzare con la gioventù. Il Premier dice di essere odiato politicamente dalla sinistra. Certo per come fa politica, tra cabaret e problemi sociali, non ci vuole un mago per capire le sue volute isteriche argomentazioni per celare i veri problemi della la crisi che stanno portando al suicidio onesti piccoli produttori e alla chiusura di centinaia di stabilimenti di piccole e medie industrie.

Farebbe meglio occuparsi di cose serie piuttosto di rincorrere i giornali sul caso Noemi o lanciando sempre accuse alla Magistratura. Cosa potrà insegnarci ancora oltre a non credere più nelle Istituzioni, di scambiare gli esseri umani - in cerca di asilo politico o di un poco di benessere - per carne umana da macello in pasto al signor Gheddafi, il quale non sappiamo che fine gli farà fare a quella povera gente? E per le stragi sul lavoro, vogliamo anche depenalizzare i reati degli industriali, tanto coloro che muoiono non sono calciatori di serie A ma solo “zavorra” numerata e precaria? Onorevole Berlusconi, la smetta di educarci e si ricordi che questa seconda repubblica è nata, cosi come ha detto un vero giornalista, dal sangue delle stragi. E la storia, questa volta non la mistificherà nessuno.


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