9 milioni di donne vivono con una pensione media di 961 euro
par Paolo Borrello
venerdì 14 ottobre 2011
Il sindacato pensionati (Spi) della Cgil ha diffuso un dossier in occasione dell’ottava assemblea nazionale delle donne del sindacato dei pensionati “Le signore in rosso. Il valore del genere, la forza dell’età”. Nel dossier sono contenuti numerosi dati, molto interessanti. In primo luogo viene rilevato che circa 9 milioni di donne italiane vivono con una pensione inferiore ai mille euro al mese a fronte di quella degli uomini che si attesta intorno ai 1.300 euro. Più precisamente circa 9 milioni di donne vivono con una pensione media di 961 euro, di queste ben 2.480.000 percepiscono appena 358 euro, 2.800.000 arrivano ad un massimo di 721 euro e 2 milioni a 792 euro.
A ricevere la pensione sociale, sono soprattutto le donne, 423.433 a fronte dei 131.511 assegni sociali per gli uomini. L'importo medio di una pensione sociale per una donna varia di regione in regione ed è inferiore a quello previsto per gli uomini di circa 100 euro. Sono 3.500.000 le donne che percepiscono una pensione da lavoro, di queste circa 2 milioni si trovano nelle regioni del nord Italia, 700.000 in quelle del centro e 850.000 nel Mezzogiorno. Contrariamente a quanto si possa pensare è al nord che queste hanno un valore minore, con una media mensile di 892 euro a fronte di 962 euro al centro e di 902 euro al sud.
Infine le donne italiane, in prospettiva, andranno in pensione più tardi rispetto alle colleghe europee. L'età pensionabile passerà, infatti, dai 60 anni del 2010 ai 62 del 2020 fino ad arrivare ai 66 del 2030, ai 67 del 2040 e ai 68 del 2050. In Francia, invece, l’età pensionabile è più bassa, resterà sostanzialmente invariata e arriverà nel 2050 a 61 anni. In Germania la soglia resterà bloccata ai 65 anni mentre nel Regno Unito arriverà a 67 non prima del 2050. Anche gli Usa avranno un’età pensionabile per le donne inferiore a quella dell’Italia e sarà di 67 anni dal 2030.
Nella prima giornata dell’assemblea è intervenuta il Segretario Generale della Cgil Susanna Camusso la quale ha posto un interessante interrogativo: “siamo proprio sicuri che sia conveniente mantenere al lavoro gli anziani e tenere fuori i giovani?”. Per la Camusso, con l'innalzamento dell'età pensionistica “non si garantisce ai giovani un presente, né tantomeno un giorno la pensione. Bisogna ragionare sulle pensioni, ma in un modo che sia funzionale per i giovani”.