85 parlamentari contro la pillola dei cinque giorni dopo

par UAAR - A ragion veduta
lunedì 16 aprile 2012

L’intergruppo parlamentare “per il valore della vita”, di cui farebbero parte “85 esponenti di tutti i gruppi politici”, ha presentato un’interrogazione al ministro della salute Balduzzi per chiedere lo stop della commercializzazione della pillola EllaOne, più nota come “pillola dei cinque giorni dopo”, in farmacia da pochi giorni.

Secondo il leader dell’intergruppo, il PdL Stefano De Lillo, il farmaco “è diffuso come anticoncezionale d’emergenza ma è in realtà è potenzialmente abortivo, poiché impedisce all’embrione di annidarsi in utero”. In pratica, sostiene De Lillo con un linguaggio solitamente riservato per le persone, “lo uccide”.

Le caratteristiche del farmaco sarebbero dunque diverse da quelle affermate e, prosegue l’interrogazione, contrasterebbero con la letteratura scientifica sull’argomento. Ma è proprio la letteratura scientifica e, in particolare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità a sostenere che, prima del quattordicesimo giorno, non è corretto parlare di embrioni, perché il prodotto del concepimento potrebbe ancora differenziarsi. Mancando l’individualità, inevitabilmente manca anche l’individuo.

L’iniziativa clericale è stata ovviamente ripresa da Avvenire, che l’ha tuttavia enfatizzata con prudenza: l’articolo non contiene commenti. All’Uaar piacerebbe conoscere l’elenco completo degli aderenti all’intergruppo per la vita, e renderlo noto ai suoi lettori: purtroppo non è stata in grado di reperirlo.

Chiunque ne sia in possesso lo comunichi, per cortesia: le elezioni si avvicinano, ed è importante sapere se esistono parlamentari che in silenzio agiscono in ossequio alle richieste delle gerarchie ecclesiastiche, ma in pubblico si vergognano a dirlo.

 


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