8 milioni i poveri

par Paolo Borrello
lunedì 17 ottobre 2011

Nella giornata mondiale contro la povertà, oggi, lunedì 17 ottobre, saranno due le principali occasioni di riflessione e denuncia del fenomeno in Italia. Caritas Italiana e Fondazione Zancan hanno scelto proprio questo giorno per presentare l’undicesima edizione del rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia, dal titolo “Poveri di diritti”, edito da “Il Mulino”. Nello stesso giorno si svolgerà “La notte dei senza dimora”: centinaia di persone (800 lo scorso anno) si ritroveranno nelle principali città per dormire in piazza, sotto le stelle. Sarà un atto provocatorio per dire no alla povertà e un gesto di solidarietà dedicato a chi non ha un tetto sopra la testa. 

Secondo le ultime stime Istat l’Italia è ben lontana dal trovare una soluzione efficace contro la povertà: nel 2009 erano 7,8 milioni i poveri (13,1%), nel 2010 lo erano 8,3 milioni (13,8%). Famiglie numerose, monogenitoriali, del Sud sono le più colpite: si tratta, nel complesso, di 2,73 milioni di nuclei familiari. Eppure le stime rischiano di essere lontane dalla realtà. Come già fatto lo scorso anno, la Zancan rilancerà la necessità di strumenti di misura della povertà che riescano a fotografare il problema reale: “Il fatto che non vediamo fino in fondo gli effetti reali della crisi dipende dal metodo di calcolo dei poveri – avvisa il direttore della Zancan, Tiziano Vecchiato –. Se si abbassa la linea della povertà chi l’anno scorso era considerato povero quest’anno non lo è più”.

Il nuovo rapporto Caritas-Zancan promette di dedicare un’attenzione particolare al tema dei diritti negati: “Parlando di povertà non si deve ragionare solo in termini di deprivazione economica – riflette Vecchiato –, ma pensare alle altre conseguenze concrete, tangibili. Essere poveri significa negazione del diritto al lavoro, alla famiglia, all’abitazione, ma anche alla giustizia, all’educazione, alla salute”. Le politiche fallimentari di lotta alla povertà fin qui tentate dimostrano che è necessario cambiare approccio al problema: “Lo diciamo da anni e lo ripeteremo lunedì - conclude Vecchiato -: i trasferimenti economici una tantum per fronteggiare l’emergenza non bastano e possono essere ridotti. Qui si tratta di fare in modo che la spesa sociale investita produca un rendimento maggiore, con risposte molto più efficaci e durature”. Non stupisce che il numero dei poveri sia aumentato nel 2010 rispetto all’anno precedente. E’ una delle tante dimostrazioni possibili del fatto che nel 2010 la crisi economica, nel nostro paese, si sia aggravata, diversamente da quanto ha sostenuto per molto tempo il Governo. E la crisi economica si è ulteriormente aggravata nell’anno in corso e probabilmente anche il numero dei poveri è aumentato. Infatti la crisi economica, in Italia come altrove, è stata ed è in primo luogo crisi occupazionale e caratterizzata dall’incremento delle diseguaglianze nel reddito. Inoltre mi sembrano condivisibili le considerazioni svolte dal direttore della fondazione Zancan relativamente agli interventi più opportuni da realizzare: per contrastare la povertà non servono tanto trasferimenti una tantum ma è soprattutto necessaria una politica sociale adeguata, che non sia colpita peraltro da continui tagli come sta avvenendo negli ultimi anni.


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