5 aprile: Giornata nazionale di lotta negli Stati Uniti

par Ezio Boero
venerdì 4 aprile 2025

Negli Stati Uniti, in attesa dei primi grandi interventi legislativi contro lo Stato Sociale, già molto modesto in quel Paese, gli ordini esecutivi di Trump, rivoltano quei non molti diritti civili e sociali che decenni di mobilitazioni avevano ottenuto a fatica.

In poco più di 10 settimane dal suo insediamento, sono sotto attacco (l'elenco è casuale e sicuramente incompleto) la libertà di espressione, gli ultimi immigrati, i diritti sindacali e il posto di lavoro dei lavoratori pubblici, la (già scarsa) sicurezza sociale, la scuola pubblica (con la progressiva abolizione del Ministero federale competente), il sostegno ai veterani di guerra, il diritto alla casa, i parchi nazionali e le terre pubbliche (concedendone sempre più alle imprese di trivellazione), la riservatezza dei dati personali, il servizio postale e le biblioteche pubbliche, il Servizio Meteorologico Nazionale (per impedire sue interpretazioni contrarie alle concezioni negazioniste presidenziali), la possibilità di scelta delle donne in tema di aborto (già menomate dalla sentenza della Corte Suprema e con l'incombente minaccia di un divieto nazionale), i diritti LGBTQ+, un minimo d'imparzialità della Magistratura, le risorse per affrontare le catastrofi climatiche e per favorire lenergia e laria pulita, la protezione dei consumatori, l'equilibrio tra le varie istituzioni federali che intendevano impedire un ruolo assolutistico del Presidente ...

Ad inizio marzo, i repubblicani della Camera, avevano votato una proposta di bilancio per tagliare fino a 2.000 miliardi di dollari di spesa sociale in un periodo di 10 anni, in gran parte per finanziare i tagli fiscali di Trump. William Barber, ministro protestante e attivista contro la disuguaglianza razziale ed economica (uno dei principali organizzatori della Poor People's Campaign contro la povertà e i bassi salari, svoltasi nella Capitale il 29 giugno scorso) ha dichiarato che ciò è matematicamente impossibile senza toccare la sicurezza sociale, Medicare e Medicaid (questi ultimi sono i due programmi che coprono, molto parzialmente, la esigenze di salute dei molto poveri e degli anziani).

 

Di fronte a questa valanga revanscista di provvedimenti, associazioni. sindacati, singoli, stanno cercando di aprire una lunga e difficile strada per impedire che negli Stati Uniti del governo dei miliardari, che mai è stato così accentuato, i milioni di poveri, senza pensione o senza, o quasi senza, vera tutela sanitaria; i milioni di lavoratori senza contratto collettivo e con retribuzioni da fame; i milioni di immigrati senza documenti ricercati da forze di polizia sempre più numerose, le migliaia di persone che lottano contro la distruzione dall'ambiente, siano sempre più considerate dal governo un fastidio e un pericolo da reprimere.

Il 5 aprile, più di 150 organizzazioni a carattere statale o federale saranno presenti nelle strade degli USA con lo slogan "Hands Off!" (Giù le mani). Perché Donald Trump e Elon Musk vedano che il Paese non appartiene a loro. Per ostacolare l'attacco ai servizi pubblici, dalla sanità alla scuola alle poste al sostegno alle migliaia di reduci che sono stati impegnati negli anni nelle missioni aggressive in altri Paesi. Per impedire una politica che toglie ancora ai poveri e ai lavoratori e dà ancora ai ricchi ulteriori sgravi fiscali (che hanno permesso all'impresa Tesla di Musk di pagare zero imposte federali sul reddito nel 2024, nonostante abbia riportato 2,3 miliardi di dollari di reddito degli Stati Uniti).

Per "Hands Off!" sono stati organizzate 1.000 manifestazioni in tutto il Paese e si aspettano 250.000 manifestanti, dall’Alaska alle Hawaii, dal Maine alla Florida, più quattro raduni all’estero. Aderisce anche la grande federazione sindacale AFL-CIO, oltre a vari singoli Sindacati. In California ci saranno 117 manifestazioni. A Chicago la Federazione del Lavoro (una sorta di Camera del Lavoro di una città storicamente al centro delle lotte per il lavoro, e dove il Sindaco è espressione di una coalizione progressista col Sindacato al centro) è tra gli organizzatori della manifestazione al Daley Center. La dimostrazione centrale sarà a Washington sul National Mall

Uno dei cardini della coalizione che ha organizzato la protesta a livello nazionale del 5 aprile è il gruppo Indivisible, articolato in gruppi locali e basato sul coraggio di agire e sulla non violenza. Fondato in risposta all’elezione di Trump del 2016, la valuta non come causa di una democrazia malata, ma come suo sintomo: una democrazia "truccata fin dall’inizio a favore del bianco e dei ricchi" e minata ulteriormente da un’alleanza di nazionalisti bianchi e ultra-ricchi che intendono "cementare in modo permanente la loro presa sul potere". Malgrado la loro ben conosciuta idealità non-violenta, ambienti governativi sono arrivati in questi giorni a dipingerli come "una sorta di terroristi stranieri". Un classico delle storiche narrazioni repressive che hanno colpito i dissenzienti nella storia degli Stati Uniti.

 

E' evidente che politiche sociali e ambientali del tipo di quelle ampiamente previste e oggi praticate da Trump, così come il sostegno militare a regimi protagonisti di massacri, hanno la necessità di reprimere il dissenso che si manifesta negli USA contro di esse.

E ciò che sta avvenendo a partire dalle università, che sono state per mesi il fulcro delle proteste contro il genocidio di Gaza. La punta della repressione, meglio conosciuta perché apparsa su tutti i media e contrastata da varie manifestazioni, è l'arresto di (finora) due degli organizzatori delle proteste presso la Columbia University di New York. La stessa università ha annunciato con un breve messaggio di aver “emesso sanzioni agli studenti che vanno dalle sospensioni pluriennali, alle revocazioni temporanee di laurea e alle espulsioni legate all’occupazione di Hamilton Hall la scorsa primavera”. La tardiva repressione è anche la conseguenza del taglio governativo di contratti federali e sovvenzioni (valutabili almeno in 400 milioni di dollari) imposto dal governo a questa Università come rappresaglia per le iniziative filo-palestinesi che sono avvenute a lungo nell'Ateneo. Sull'argomento ha preso posizione anche il Sindacato United Auto Workers, che ha 100.000 iscritti a livello nazionale tra i lavoratori universitari, il cui Presidente della sezione sindacale presso quella università è stato espulso. UAW ha contestato la violazione dei diritti del Primo Emendamento della Costituzione (quello sui diritti di opinione).

Mentre il segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato di aver firmato la revoca di oltre 300 visti per studenti per aver svolto attività di protesta pro-Palestina, è stata indetta una manifestazione a Washington, anch'essa nella stessa giornata del 5 aprile in cui si tiene quella di Hands Off!, contro la ripresa del genocidio a Gaza. Le organizzazioni di solidarietà alla Palestina libera, hanno lanciato anche un boicottaggio dell'impresa di navigazione danese Maersk, un gigante della logistica che trasporta in Israele, dall'aprile 2023, più carichi militari di qualsiasi altra società di navigazione. La recente assemblea annuale degli azionisti di quell'azienda ha respinto le istanze per fermare tali spedizioni di armi.

 

Qualche primo segnale positivo di vittoria contro il potere dei miliardari giunge dagli Stati Uniti: Susan Crawford, una giudice progressista con alle spalle numerose cause legali per proteggere i diritti sindacali e dell'aborto, ha vinto le elezioni per una carica della Corte Suprema del Wisconsin, confermandone la maggioranza democratica, contro il candidato di Trump. Il quale, non solo aveva ricevuto 21 milioni di dollari di donazioni per la sua campagna elettorale ma anche l'appoggio plateale di Musk, che si era presentato sul posto, organizzando una lotteria destinata a chi votava per il "suo" candidato. Lotteria che prevedeva il sorteggio e la consegna di 2 assegni da un milione di dollari ciascuno. La candidata democratica vincente, malgrado la grande compagna organizzatale contro, ha dichiarato che "non avrei mai immaginato che avrei affrontato l’uomo più ricco del mondo per la giustizia nel Wisconsin. Oggi i Wisconsiniti hanno respinto un attacco senza precedenti alla nostra democrazia, alle nostre elezioni eque e alla nostra Corte Suprema e hanno affermato ad alta voce che la giustizia non ha un prezzo e i nostri tribunali non sono in vendita".

Fonti principali:

https://handsoff2025.com/

https://indivisible.org/

N.Marques, Undeterred by Trump’s attacks, pro-Palestine organizations will mobilize in Washington, DC on April 5, People's Despatch, 27.3

 


Leggi l'articolo completo e i commenti