5.000 docenti inidonei in via permanente rischiano il licenziamento

par Marco Barone
lunedì 12 settembre 2011

Crisi, o non crisi?
Patrimoniale sì o patrimoniale no?
Potrei porre altri mille interrogativi dalla risposta forse anche scontata per i sistemisti ma cara per i lavoratori.
Accade, nel quasi più totale silenzio mediatico, che ben 5.000 docenti inidonei, di quella che un tempo era la scuola pubblica, rischiano il licenziamento.Quella del docente inidoneo, inidoneità psicofisica, sia per ragioni lavorative che per ragioni indipendenti da motivi lavorativi, nel corso del tempo, grazie anche allo strumento del contratto collettivo nazionale di lavoro, ha trovato importanti tutele. Per esempio, i sistemi bibliotecari nelle scuole, sono gestiti da questi lavoratori.
Che mantengono il proprio profilo contrattuale docente, ma nello stesso tempo, vengono impiegati in altre mansioni, importanti e determinanti per il funzionamento della buona scuola pubblica.
 
Ma come detto siamo in tempo di crisi.
 
Ed allora, qualcuno avrà pensato, perché mantenere questi diritti a tali lavoratori?
Ed ecco che con la legge 111 del 2011 all'articolo 19 comma 12 e seguenti si prevede che il personale docente dichiarato, dalla commissione medica operante presso le aziende sanitarie locali, permanentemente inidoneo alla propria funzione per motivi di salute, ma idoneo ad altri compiti, su istanza di parte, da presentarsi all'Ufficio scolastico regionale entro 30 giorni dalla data di dichiarazione di inidoneità, assume, con determina del Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale competente, la qualifica di assistente amministrativo o tecnico. In sede di prima applicazione, per il personale attualmente collocato fuori ruolo ed utilizzato in altre mansioni, i 30 giorni decorrono dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto. Il personale viene reimmesso in ruolo su posto vacante e disponibile, con priorità nella provincia di appartenenza e tenendo conto delle sedi indicate dal richiedente, sulla base di criteri stabiliti con successivo decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e mantiene il maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.
 
In data 10 agosto, arriva una circolare ministeriale, che muta i termini da perentori in ordinatori, ma specialmente obbliga i docenti inidonei a produrre la domanda di passaggio di qualifica entro il 14 settembre del 2011. Se non si presenta quella domanda, si transiterà in qualche altra amministrazione statale, quale non è dato ancora sapere, sempre che vi sia posto, altrimenti la soluzione in tal disperazione è il licenziamento.
 
Ma accade anche che, il MIUR, con un decreto ministeriale, in attesa di registrazione alla Corte dei Conti, decide che la data del 14 settembre per i fuori ruolo non conta più nulla. Ovvero, tutti i docenti fuori ruolo, impiegati in altra mansione, dal 1 settembre del 2011 non saranno più docenti ma Ata.
Ti addormenti sapendo di essere docente, ti risvegli con la sorpresa, amara, di essere Ata, e con retribuzione anche peggiorativa, visto e rilevato che il detto personale manterrà il maggior trattamento stipendiale mediante assegno personale riassorbibile con i successivi miglioramenti economici a qualsiasi titolo conseguiti.
 
Ovviamente, con il massimo rispetto per il personale Ata.
 
Quanto previsto del testo unico sulla sicurezza sul lavoro, in tema di mutamento di mansioni, a causa della inidoneità al lavoro, non viene preso in considerazione.

E pensare che ora vogliono anche inserire il pareggio di bilancio nella Costituzione. 
 
Ciò significherà, semplicemente, la distruzione di quei pochi diritti rimasti, nel nome del pareggio di bilancio.
 
I sindacati confederali, che hanno sottoscritto il contratto del giugno 2008, quello che disciplina la materia degli inidonei, e che norma la funzione di bibliotecario, per esempio, dormono?
 
Hanno richiesto la riapertura della contrattazione, come previsto nel detto contratto, in caso di cambiamento in itinere delle leggi? Sembrerebbe di no. E poi si urla per la fine del contratto, quando non si alza un dito per difenderlo. Solito meschino tetro teatro.
 
Giungono anche voci, che i servizi bibliotecari, verranno dati in gestione a società di volontariato, che ricorreranno all'ausilio dei loro volontari, per garantire un servizio, svolto sino a ieri, dai docenti inidonei. Ma probabilmente molte attività bibliotecarie verranno date in gestione a cooperative, al ribasso. Ovvero lavoratori sfruttati e nella scuola non più pubblica. O nei peggiori dei casi le biblioteche chiuderanno.

Altro effetto di tale operazione, sarà il mancato rinnovo dei contratti di lavoro, a tutti gli Ata precari, che hanno coperto sino ad oggi, quei posti di lavoro che teoricamente verranno occupati dal personale docente inidoneo in via permanente e/o fuori ruolo. Sempre che tali docenti siano idonei alla mansione ata. Perché nel caso in cui non lo fossero, scatterebbe il licenziamento. Guerra tra poveri.
 
La scuola deve forgiare competizione, meritocrazia e schiavi... e servi.
Non è mica scontata come cosa.
Per non parlare della dignità di tali lavoratori.
Ma come ben sappiamo, non è questo il tempo della dignità.
Neanche dei diritti dei lavoratori.
Il tempo delle concessioni è finito.
Bene.
Cosa altro aspettare?
Il fallimento dello Stato italiano?
E poi?
Perché dobbiamo assistere come spettatori alla distruzione di tutti i diritti concessi o conquistati?
Io sono dell'idea che il tempo della difesa è finito.
Non abbiamo più nulla da difendere.
Ma solo da costruire.
Si deve costruire la scuola pubblica.
Si deve costruire il diritto del lavoro.
Si deve costruire una nuova società sociale.
Ma specialmente dobbiamo edificare la nostra dignità.
 
Colgo l'occasione per segnalare che Il 17 settembre è stato convocato un Convegno nazionale CESP/Cobas scuola, dalle ORE 9.30, alle 14.00 dal titolo: “Docenti Inidonei o utilizzati in altri compiti?” c/o il Centro Congressi Cavour - Via Cavour, 50/A a Roma.
 
Siete tutti e tutte invitate a partecipare, per andare oltre l'indignazione e costruire insieme un nuovo percorso di lotta per la costruzione della scuola pubblica e del diritto del lavoro.
 
 
Leggi anche "Primo giorno di scuola. Cronache dal manicomio" di Federico Pignalberi e "Scuola e integrazione, il nuovo anno riparte fra le polemiche" di David Incamicia.


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