45 anni, di Andrew Haigh
par angelo umana
giovedì 12 novembre 2015
Gelosa cara amica mia è proprio un tarlo una malattia, quella di non poter scordare quel che da me non puoi sapere. Tutti gli amori precedenti fanno più male del mal di denti, tutti quei baci che ho già dato non vanno via con un bucato.
E’ una canzone di Battisti che viene in mente davanti a questo film, 45 Anni, coi due attori “monstre” Tom Courtenay e Charlotte Rampling. Una lettera in tedesco proveniente dalla Svizzera scuote il 78enne Geoff dalla sua vita serena con Kate (69) in Inghilterra, presto celebreranno con gli amici il loro 45° anniversario di matrimonio: è stato ritrovato il corpo sempre giovane, sepolto nel ghiaccio, della 27enne Katya, sua fidanzata di 52 anni prima, caduta in montagna durante una loro escursione e mai più trovata, fino ai giorni loro e nostri, in cui i ghiacciai, ahimé, si sciolgono.
I ricordi prendono il sopravvento, l’emozione di quell’amore mancato, la vita come avrebbe potuto essere e non è stata, sebbene il matrimonio senza prole con Kate sia stato felice e lo è tuttora. Ciò che sorprende è la reazione di Kate a vedere il marito scosso – riprende a fumare – e distratto da questi ricordi che riaffiorano e che le racconta, forse mai completamente svelati prima: in fondo si tratta di una relazione precedente a lei, un’altra storia e un‘altra vita, eppure comincia stranamente a chiedersi se Geoff non abbia sposato lei per ripiego, una condizione accettabile in sostituzione di qualcosa che avrebbe potuto essere più grande, con un bambino in arrivo. Diventa gelosa di quella presenza assente, ne indaga furtivamente le foto e le carte ingiallite che ancora Geoff conserva in soffitta, mentre il loro cane piange e abbaia (incomprensibilmente, come a presagire un dramma che incombe): è un farsi del male, frugare nei ricordi altrui, “gli amori precedenti” di un partner che alcuni non riescono a cancellare.
La celebrazione dell’anniversario avverrà, sembra un altro bel matrimonio come 45 anni prima lo stesso giorno, balleranno alla stessa canzone dei Platters, Smoke gets in your eyes, e devono essere fumo nei suoi occhi quei timori dell’intristita Kate. Il film è elevato dalla statura dei due, che sono stati premiati a Berlino quest’anno, anche se forse per pigrizia o rigidità mentale non si riesce a togliere di mente la giovane Rampling di Portiere di notte. Qualche commentatore attribuisce al film riflessioni sull’età anziana – perdita di uno scopo preciso, smettiamo di fare scelte, non siamo impavidi oramai: la cosa potrebbe dipendere da un certo sovrapporsi di temi che c’è nel film. Incredibile è poi lo “svarione” tutto anglo-americano e lacrimevole, ma lo script lo prevede, che Geoff debba confessare pubblicamente a tutti gli invitati (amici?, ex colleghi? cos'altro?) qualcosa che è molto privato tra lui e Kate, che da giovane lui fece la scelta di persuaderla a sposarlo e che non se ne è pentito. Pare voglia convincerla che l’altra probabile sposa non sia mai più stata nel suo cuore, ma perché farlo sapere al mondo? E della pretestuosa dichiarazione d’amore lei resta ancora più contrariata.