4 milioni di italiani ricorrono alla raccomandazione

par Paolo Borrello
martedì 10 novembre 2015

Nel sito riparteilfuturo si evidenzia il principale risultato di uno studio del Censis, che risale al marzo 2015: 4,2 milioni di cittadini italiani sono ricorsi a una raccomandazione o all’aiuto di un parente, amico o conoscente per ottenere un’autorizzazione o accelerare una pratica presso la pubbliche amministrazioni.

E quasi 800.000 persone hanno fatto un “regalino” a dirigenti e dipendenti pubblici per avere in cambio un favore. Si ricorda, innanzitutto, che “Riparte il futuro” è una campagna digitale contro la corruzione, promossa dall’associazione Libera e dal gruppo Abele.

Inoltre, secondo il Censis, per il 50,5% degli italiani la Pubblica Amministrazione funziona male, per il 63,5% non è cambiata e per il 21,5% è addirittura peggiorata. Inoltre i cittadini chiedono “il pugno di ferro per corrotti e fannulloni: il 45,3% vorrebbe regole più severe e licenziamenti nel pubblico impiego”.

Come commenta questi dati “Riparte il futuro”?

In questo modo: “Di fronte all’inefficienza dei servizi e alla pressione burocratica, gli italiani si adattano seguendo una doppia morale: lamentandosi della mala gestione del pubblico, contravvengono alle leggi. In questo modo il Paese resta bloccato in un limbo culturale in cui si cerca di combattere i danni della corruzione con la corruzione stessa”.

Io concordo pienamente con la valutazione appena citata. Infatti è più che giusto criticare il cattivo funzionamento delle pubbliche amministrazioni e ancor di più la crescente diffusione del fenomeno della corruzione all’interno di esse.

Però è altrettanto doveroso criticare il fatto che molti cittadini scendano a compromessi, rispetto a tale situazione, ricorrendo appunto spesso allo strumento della raccomandazione ed erogando piccoli o grandi regali ai pubblici dipendenti.

La doppia morale non è accettabile, in nessun caso.


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