25 aprile e 1° maggio? Nei centri commerciali

par luciano corso
mercoledì 24 aprile 2013

C'è la crisi, è vero, è un dato di fatto. 

Meno soldi da spendere, più gente a spasso. Soluzione? Togliere quel poco di regolamentazione che era rimasta nel settore del commercio e tenere sempre aperte le porte dei centri commerciali che tanto piacciono agli italiani. 

E, come se non bastasse, anche i giorni di festa sembrano aver perso il loro significato e valore che hanno sempre rappresentato.

Passi forse il 25 aprile, "Festa della Liberazione", ma il 1 maggio – ricordiamolo – è la festa dei lavoratori, di tutti i lavoratori. Un vero paradosso. Niente da fare. Aperti sempre, questa è la logica. Poco importa che la gente abbia il portafoglio sempre più vuoto, l'importante è andare la domenica a fare la spesa. 

Ok, tolta quella piccola percentuale di chi non può fare a meno di fare shopping compulsivo anche durante le feste, c'è da pensare: ma lo stare insieme in famiglia e le gite in campagna? Superati.

Mi chiedo, era davvero così indispensabile questa ennesima deregulation? Per un'azienda, aprire un giorno in più rappresenta costi aggiuntivi a fronte di ricavi incerti, soprattutto di questi tempi.

Aumento dell'occupazione? Figuriamoci, al massimo rotazione del personale al massimo.

Se paesi come la Germania che tanto prendiamo come riferimento per la ripresa economica hanno una disciplina molto più rigorosa per le aperture festive degli esercizi commerciali, c'è da chiedersi come abbiamo fatto a sopravvivere fino ad un anno fa coi negozi chiusi di domenica. 

Credo che l'Italia oggi abbia bisogno d'altro.


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