21-12-2012, nello Yucatan, prove tecniche di apocalisse

par Francesca Salvatore
sabato 11 febbraio 2012

Pentitevi, la fine del Mondo è vicina: saranno almeno due anni che astrologi, pseudodivulgatori scientifici, scienziati pazzi e occultisti mettono a dura prova la nostra scaramanzia (e la nostra pazienza), annunciando che il 21 dicembre 2012 il mondo finirà.

Nemmeno il tempo di mangiare il panettone, che tristezza. Comunque sia, la cosa potrebbe presentare dei vantaggi: acquistare a rate senza pagare, non dover disfare l’albero di Natale, niente regali al capo antipatico, niente auguri alle zie anziane e zitelle.

Ma l’esercito di esperti dell’Apocalisse non si è ancora degnato di informarci come il tutto dovrebbe avvenire: lingue di fuoco? Inondazione? Terribile asteroide che si abbatte sulla Terra (con conseguente tentativo di Bruce Willis e Ben Affleck di salvarci tutti)? Peste bubbonica? Cavallette? Insomma, qualche notizia in più sarebbe gradita, quantomeno per correre ai ripari.

Ma proprio mentre stavamo per abituarci all’idea, le profezie e i loro profeti fanno dietro front: il mondo non finisce qui. I Maya, infatti, avrebbero predetto che nel 2012 avrebbe termine la quinta era che, pare, sarebbe accompagnata “soltanto” da grandi cambiamenti dell’Umanità: cari Maya, ci basta guardare il telegiornale in questi giorni, ce ne siamo accorti da soli.

Ma c’è chi comunque si sente in dovere di suggerire a noi poveri umani come tentare di sopravvivere, in una sorta di manuale delle giovani marmotte (vedere alla voce “Apocalisse”): i più accreditati (date un’occhiata a questo sito) c’è davvero da ridere) ci consigliano di evitare coste e luoghi limitrofi, arcipelaghi e isole di origine vulcanica, luoghi sismici e quelli vicini a centrali nucleari. Preferibili invece quelli sopra i 2000-3000 metri in zone non sismiche (così se non vi uccide l’Apocalisse, ci penserà l’ipotermia).

Ma c’è chi ha fatto di più: si è creato un vero è proprio bunker. Come l’associazione esoterica “Quinta Essencia”, di cui fanno parte ben 38 famiglie italiane, che si è rifugiata in una località blindatissima dello Yucatan, nel cuore del mondo Maya. Vivono qui decine di famiglie, all’interno di ville fortificate a prova di esplosivo, circondate da rifugi e tunnel sotterranei.

A loro disposizione riserve di cibo e acqua per sopravvivere, e ogni prevenzione possibile da malattie, attentati chimici e quant’altro. Xul sarebbe la cittadina eletta per provare a sfidare a scacchi l’Apocalisse. Nulla di più si sa su questi moderni millenaristi rinchiusi nel loro “Rifugio delle Aquile”: un nome sinistro, tra l’altro, vista l’assonanza con il “nido dell’aquila” di hitleriana memoria.

Le poche notizie che trapelano arrivano attraverso gli abitanti di Xul, circa mille persone che, incuriosite dall’iniziativa, hanno supportato l’associazione nella realizzazione del proprio covo anti-fine del Mondo. Qui, i membri della setta cercherebbero in ogni modo di conservare il loro equilibrio ecologico, per non essere intaccati in alcun modo dal mondo esterno.

Ma prendendo in mano un cartina, o ricorrendo semplicemente a sua eminenza Wikipedia, apprendiamo una verità sconvolgente: lo Yucatan (per chi non lo sapesse) si affaccia sul Golfo del Messico (gulp), viene considerato il luogo di impatto del meteorite che 65 milioni di anni fa estinse i dinosauri, le sue coste sono basse e con poche alture e, udite udite, è una delle aree sismiche più importanti del pianeta (un “confine tra zolle convergenti”, per dirla alla Piero Angela).

Qualcuno dovrebbe dirglielo.


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