15enne muore in un incidente stradale, Comune chiede 700 euro alla madre per pulire l’asfalto

par Pleo
venerdì 4 gennaio 2013

Repubblica.it riporta l'incredibile storia di Alessandra Mezzetti, la madre di Valerio Leprini, un ragazzo di 15 anni morto nel 2009 in un incidente stradale. Valerio cadde dal suo scooter in via Fontanile Anagnino, a Roma, ed andò a sbattere la testa contro un palo della luce che non doveva essere lì. Un palo "fuorilegge", per la cui presenza sono imputati un funzionario del Municipio e tre vigili urbani. Ora l'ente adibito alla pulizia stradale ha inviato una lettera alla famiglia del ragazzo, chiedendo 725 euro di risarcimento per la rimozione del sangue dalla carreggiata sul luogo dell'incidente. 

Non si dà pace, la madre di Valerio: "Pensavo di averla sognata la lettera di Sicurezza e Ambiente: settecento euro per ripulire la strada dal sangue di mio figlio. Non era un sogno era una beffa, allora piansi". Una lettera assurda, disumana. Ma Alessandra Mezzetti non si dà per vinta, denuncia l'accaduto ai giornali e tramite i social network:

"Allora non ebbi la forza di reagire, il dolore era troppo forte: pagare per lavare la strada dal sangue di mio figlio per 'questioni di sicurezzà perché la carreggiata poteva essere scivolosa. Valerio morì sbattendo la testa su un palo dell'illuminazione pubblica fuorilegge, e venivano a chiedere a me del denaro per 'questioni di sicurezza'?

Il motivo dell'assurda richiesta:

"Dovevano utilizzare un macchinario particolare per ripulire il tratto stradale, così c'era scritto nella lettera che mi inviarono e per questo veniva giustificata una simile spesa. Dove è la sensibilità da utilizzare in simili circostanze? Sapevano ciò che era successo, tanto vale che mi piantassero un coltello sul petto.

Non sono già abbastanza salate le bollette che paghiamo all'Ama per la pulizia della strada, adesso ci vogliono anche ulteriori 725 euro da Sicurezza e Ambiente quando ti muore un caro in un incidente stradale. A questo punto non mi stupirei se un domani mi dovessero chiedere di risarcire il palo dell'illuminazione pubblica ammaccato dalla testa di mio figlio".


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