14 Luglio, la presa della Blogstiglia

par Riciard
lunedì 6 luglio 2009

Il primo giorno di Luglio Gilioli, sul suo Piovono rane, lancia un sasso, come si dice da queste parti, una ideuzza: affiancare uno sciopero dei blogger, il primo della storia d’Italia, allo sciopero già comunicato, dei giornalisti previsto il 14 luglio (giorno della presa della bastiglia,come ricorda l’infallibile Tisbe.

L’idea è che il bavaglio previsto dal decreto Alfano tenda a colpire sì la casta giornalistica, ma con essa riesca a fare fuoco anche sulla trincea dei blogger. Cosa che temo sia vera, almeno in generale. Dopotutto sono moltissimi i giornalisti che hanno un blog (paradossale, quasi, in Italia) in cui danno sfogo a ciò che non dicono sulla carta, ma soprattutto sono moltissimi i blogger privi di senso critico e di inventiva che copiano i giornali. Vale anche il contrario, sono moltissimi i giornalisti noiosi ed annoiati che non hanno di meglio da fare che copiare vistosamente gli articoli dei blog.

Blogger e giornalisti non sono mai andati d’amore e d’accordo da questa parte del mare, ed i motivi sono molti. Il primo è che in Italia l’informazione si sta spostando sempre più pesantemente dalle spalle dei giornalisti a quelle dei blogger. Il Tg1 smette di informare, altre emittenti già non facevano esclusivamente che gossip, i giornali cambiano i direttori ed il taglio delle notizie, e moltissimi cominciano ad omettere la realtà.

Basta pensare che l’unico in rete ad aver parlato del confronto tra Epifani e Franceschini di quattro giorni fa sono stato io.

Oppure pensate a L’Aquila, a ciò che raccontano gli abitanti nei blog, e ciò che dicono giornali e telegiornali.

I secondi, gli addetti della stampa, riescono a mettere in dubbio la verità.

I blogger, in massa, non ci stanno ed inizia un litigio continuo, dal quale i due gruppi non riusciranno amici solo per uno sciopero in comune. I giornalisti in Italia sono una casta che impedisce al libero cittadino anche solo di pensare a creare una nuova rivista, un nuovo quotidiano. Un mecenate che voglia creare un vero giornale ha bisogno di un giornalista come direttore. Il paradosso è che va bene anche un giornalista pubblicista che ha scritto annunci e cronache di calcio di quartiere e basta. Purtroppo ci sono passato, e non sono un mecenate.



Succede ugualmente che l’Italia, guarda caso, è lo stesso territorio che i due gruppi calpestano, e che il premier dello stesso confine geografico non sopporti né gli uni né gli altri, tanto da mirare a chiudere la bocca a tutti.

Inevitabile una amicizia, un legame, che cerchi di salvare i giornalisti con ancora una cosa chiamata coscienza, e i blogger. Perchè il sostegno di questi ai giornalisti che hanno sempre provato con tutte le difficoltà del caso ad informare, non è mai mancato. Penso, ad esempio, proprio a Gilioli, o a Gatti. Gad Lerner è un altro esempio, e certamente anche Travaglio.


E via dicendo.

I blogger che hanno aderito sono molti, e si sono dati una piazza comune, dal nome diritto alla rete, in cui risuona l’idea che i progetti condivisi siano la forza di internet.

Tuttavia ci sono anche altri esponenti importanti tra i blogger che alzano il tiro e criticano: perchè stare zitti quando ci sarebe bisogno di analizzare, di parlare?
Se lo chiede Luigi Ruffolo, also called Prostata:



"Primo, chi vuoi che ti si inculi a metà lujo. Secondo, si tratta di un argomento non banale, i limiti che OVVIAMENTE incontra la libertà di fare e sparlare su internet, e come tale va affrontato, non evitato. Richiede dibattito, presa di coscienza, blablabla. Quindi semmai digitatene a più non posso."

"I giornalisti si difendono già benissimo da soli. E lo farebbero ancora meglio se, invece di smettere d’informare, provassero a seguire metodi giornalistici più seri e a specorinizzarsi un po’. Sempre, intendo, non solo quando vedono attaccato il loro preziosissimo orticello."

Se ve lo state chiedendo, e vorrebbe dire che non avete notato il banner in cima al blog, Riciard’s ha aderito immediatamente alla proposta, perchè potrebbe davvero avere un buon impatto mediatico e costringere il premier ed il suo servo guardasigilli ad una spiegazione.
Quantomeno, ad una spiegazione.

Stiamo a vedere,


Leggi l'articolo completo e i commenti