Discutiamo dell’attentato a Berlusconi

par Andrea Mazzoleni
martedì 22 dicembre 2009

L’evento accaduto due domeniche fa in piazza Duomo ha colpito profondamente l’immaginario degli italiani. Infatti, più del 90% è stato raggiunto dalla notizia o ha cercato informazioni sull’episodio. Il volto sfregiato e sanguinante del Premier ha fatto il giro del mondo.

La violenza è inammissibile e non può mai essere giustificata, ma Berlusconi con i suoi continui attacchi agli organi di giustizia e alla Costituzione ha contribuito a creare un clima di tensione nel Paese e non può negarlo. Le prime dichiarazioni che hanno seguito le immagini del leader del Pdl sanguinante, dopo quello che è stato definito dai servizi segreti “un gesto isolato e scollegato da qualunque soggetto o volontà politica”, hanno difatti evocato realtà alquanto immaginarie. Si è addirittura parlato di atto terroristico, di un clima che ricorda quello degli anni Settanta.

Il ministro Maroni, intervenuto alla Camera per discutere dell’aggressione subita da Silvio Berlusconi, denuncia la “spirale emulativa” che sembra essersi scatenata dalla “campagna contro il Premier”. Pronta dunque una vera e propria censura, forse non solo nei riguardi dei “gruppi creati sui social network che inneggiano all’aggressore” di Silvio Berlusconi.

Questa è pura follia, sembra un incubo dal quale non si riesce più ad uscire, è una sceneggiatura melodrammatica e puerile dove l’azione estrema di Massimo Tartaglia non sembra aver rievocato nessuna idea di dialogo, base di una democrazia rappresentativa, all’interno del governo: ciò a cui invece siamo costretti ad assistere è un inasprimento della già critica situazione tra i banchi del Parlamento.

Su una nuova ondata di strategia della tensione, Genchi, consulente informatico, intervistato da un giornalista durante il programma tv KlausCondicio in onda su YouTube, ha risposto:

"Non escludo una nuova stagione di stragi, soprattutto se le trattative tra Cosa Nostra, i suoi referenti e le istituzioni dovessero ’saltare’ ".

"Al momento, però, ritengo che un simile scenario tuttavia sia improbabile, ma, visto il clima di tensione che si è creato in Italia, tutto è possibile. Il passaggio che stiamo vivendo è molto difficile, ci sono grossi scontri che non sono certamente quelli tra maggioranza e opposizione visto che spesso votano in accordo, come nel caso di Cosentino. Quindi, nel momento in cui le lotte non sono più in Parlamento, privato ormai completamente di ogni funzione, è possibile che accada tutto e il contrario di tutto".

"Lo Stato - ha detto perentorio Genchi - non prevede attentati di mafia perché Cosa Nostra è messa bene ed è già tutelata dal Governo".

Sottolinea inoltre come "Non esiste nessun protocollo, neanche quello delle guardie forestali, che consenta ad un Capo di Stato, dopo un’aggressione, di uscire dalla macchina e mostrarsi nuovamente in pubblico in condizioni di potenziale pericolo".

"Le guardie del corpo di Berlusconi non hanno seguito la normale procedura – continua Genchi – e la loro arrendevolezza verso il Premier, nonché la loro incapacità nel gestire la situazione, lascia molto perplessi ed è quantomeno sospetta".

Rincarando la dose Genchi fa notare: "Il Presidente del Consiglio è sempre stato originale nelle scelte dei propri servizi di sicurezza, creati ad hoc da lui stesso e che gli sono state vicine anche nei momenti più intimi, fin dai tempi in cui si portò Vittorio Mangano alla villa di Arcore per farsi proteggere". "Penso che purtroppo Berlusconi – continua Genchi - non si possa liberare da parecchie persone che lo tengono prigioniero, forse ne è anche schiavo e probabilmente sono loro a determinare le peggiori scelte che si sommano a quelle sbagliate che prende da solo".

«Un’ultima riflessione - scrive Bruno Spagna Musso, magistrato in Cassazione -: siamo proprio sicuri che quanto accaduto sia un gesto più violento del comportamento tendente ai respingimenti dei clandestini in mare, al pestaggio nelle carceri di alcuni detenuti e anche alle sole, ma terribili parole, di chi definisce “eversivi” i magistrati e “prete mafioso” il vescovo, gli uni e gli altri che si appellano ai valori, costituzionali e al tempo stesso religiosi, dell’uguaglianza e del rispetto della persona umana?».

Così anche sul ferimento del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, in piazza Duomo, qualcuno ha avanzato dubbi sull’autenticità dell’accaduto. E’ stato davvero un attentato all’incolumità del Premier oppure si tratta di una montatura? Se lo domandano gli autori di un video che circola da qualche giorno su YouTube, che avanzano dubbi sull’autenticità delle ferite riportate dal Premier colpito dalla statuetta del Duomo lanciata da Massimo Tartaglia. Perché non sgorga subito il sangue, si domandano? Perché l’auto non corre via per mettere al sicuro il Presidente? Perché lo stesso Berlusconi poi esce nuovamente dalla vettura e si espone ad ulteriori eventuali attacchi? Per quale motivo Berlusconi viene portato al San Raffaele, che dista 10 km, quando a 3,5 km c’è il nosocomio di San Giuseppe?â¨

Ora, senza inoltrarsi nei meandri tecnici delle ricette dei singoli partiti, è decisivo ricordare che senza il ritorno del potere di scelta del cittadino è la stessa democrazia che è destinata a incrinarsi. Se i partiti, infatti, sono incaricati dai sistemi elettorali di selezionare in modo esclusivo la classe dirigente a tutti i livelli, è inesorabile che la vera battaglia si trasferisce all’interno dei partiti con il rischio, più che concreto, di trasformarli in semplici cartelli elettorali e con un tasso di servilismo e di subalternità verso il leader di turno insopportabili.

Va battuta una concezione piramidale e verticale della politica. Va battuta una concezione oligarchica e aristocratica della democrazia, che trasforma i partiti in un ceto autoreferenziale e chiuso di fronte alla domanda di partecipazione e di collegialità che emerge dalla società.

Certo, la battaglia non è facile perché nei partiti a sfondo padronale il coraggio del dissenso è pressoché ridotto a pochi testimoni, del tutto ininfluenti nella conduzione concreta del partito.

Parliamone

.

(Nell’occasione auguri di buone feste a tutti voi).



Leggi l'articolo completo e i commenti